Nel corso della giornata di apertura del Digital Italy Summit 2018 a Roma, il Presidente di The Innovation Group Roberto Masiero ha presentato il rapporto annuale “Digital Italy 2018: Costruire una Nazione Digitale”. Un’analisi dello stato dell’Italia digitale in tutte le sue componenti.
La cerimonia di apertura del Digital Italy Summit 2018 si è svolta lunedì 26 novembre a Roma, presso la sala della Protomoteca del Campidoglio. A fare gli onori di casa l’assessora alla Roma Semplice Flavia Marzano, che nel suo intervento ha parlato dei progetti della Capitale nell’ambito della trasformazione digitale.
Tra questi “Roma5G”, la piattaforma digitale aperta per i servizi di smart city e “Roma Facile”, punti di accesso assistiti in cui in cittadini romani vengono formati per fruire i servizi digitali in maniera autonoma. “Grazie al nuovo portale di Roma Capitale è stato possibile sperimentare processi partecipativi gestendoli attraverso l’apposita sezione. La sperimentazione in ottavo Municipio per decidere come articolare la manutenzione del verde pubblico si è conclusa positivamente” ha ricordato l’assessora Marzano, che ha aggiunto: “Uno degli obiettivi che vogliamo raggiungere è l’apertura della sezione Open Data del portale e l’attivazione di processi di Data Driven Decision per il buon governo della città”.
Perché per l’Italia il 2018 è “l’anno del grande reset”
Nel rapporto “Digital Italy 2018: Costruire una nazione digitale” presentato dal presidente di The Innovation Group Roberto Masiero, viene evidenziato come nel 2018 diversi fattori di discontinuità abbiano determinato cambiamenti profondi in un breve lasso di tempo. Fattori tecnologici come il ruolo chiave assunto dall’economia dei dati, delle piattaforme e dall’intelligenza artificiale nella trasformazione dei modelli di business delle imprese e nella nascita di nuovi Ecosistemi. Fattori economici come la profonda trasformazione del lavoro con la diffusione di forme di impiego flessibile e/o precario, mentre il mondo digitale tende a cancellare la distinzione tra molte forme di occupazione manuale e intellettuale. E fattori politici, ovvero l’affermazione di una coalizione di governo completamente nuova, con priorità e politiche inedite destinate ad avere una profonda influenza sul mercato e sull’industria del digitale.
“Questo rapporto si è proposto di cogliere questa tensione fra presente e futuro prossimo attraverso la combinazione dei risultati delle nostre ricerche e le testimonianze di molti protagonisti. Ne risulta un quadro articolato, uno spaccato del difficile processo di transizione del nostro Paese che richiede scelte chiare per una forte accelerazione del processo complessivo di innovazione digitale”, ha dichiarato il Presidente di TIG Masiero, che ha poi commentato alcune delle misure contenute nella manovra di bilancio: “Vediamo con favore alcuni interventi concreti come il fondo ad hoc per le tecnologie di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things, con una dotazione di 15 milioni di euro per ciascuno negli anni 2019, 2020 e 2021. Ma ancora più importante sarà il mantenimento delle misure previste da Industria 4.0 e l’estensione all’area dei servizi e della formazione, di cui non abbiamo ancora traccia”.
Le proposte di FS Italiane per la mobilità del futuro
Alla cerimonia di apertura del Digital Italy Summit è intervenuto anche Gianluigi Castelli, Presidente del Gruppo FS italiane, che ha illustrato le possibili direttrici per lo sviluppo della mobilità dei prossimi anni. “Lo sviluppo delle reti ferroviarie e metropolitane rappresenta un fattore strategico della mobilità integrata e sostenibile del futuro, in grado di ridurre i livelli di congestione urbana e di emissioni inquinanti, con un impatto positivo sulle qualità della vita e sull’integrazione socio – economica tra centro e periferia” ha spiegato Castelli, che ha aggiunto: “Questo è possibile con l’implementazione di tecnologie digitali che consentano alle persone di programmare il viaggio integrando più mezzi di trasporto collettivi e facilitando gli spostamenti che ancora oggi avvengono per l’82% con automezzi privati”. Il presidente del Gruppo FS Italiane ha anche evidenziato la necessità di continuare le azioni a sostegno di interventi infrastrutturali per favorire le modalità di trasporto maggiormente sostenibili, come il trasporto su ferro, e politiche per incentivare l’intermodalità e la cooperazione fra gli operatori.
Le difficoltà della PA nel processo di digitalizzazione
Nonostante il Financial Times abbia definito il mestiere di Commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale il più difficile al mondo, il nuovo incaricato Luca Attias ha le idee ben chiare, riassunte efficacemente nella formula delle cinque C: Consapevolezza, Cultura, Contaminazione, Competenze, Comunicazione, Continuità, Collaborazione. Per Attias quella della trasformazione digitale in Italia è una vera e propria emergenza traversale, legata ai problemi atavici del Paese come la corruzione, la criminalità organizzata e la fuga dei cervelli italiani – anche quelli informatici – all’estero. “Dobbiamo essere consapevoli che ormai tutti abbiamo a che fare col digitale e che l’Italia deve affrontare dei problemi che riguardano il digitale stesso. Il principale nodo è la frammentazione delle applicazioni, ci sono 12.000 amministrazioni che si comportano come monarchie assolute governando in maniera non integrata il proprio digitale”, ha spiegato Attias durante il suo intervento.
La cerimonia si è conclusa con un discorso del Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, che non ha risparmiato critiche al Codice dell’Amministrazione Digitale sostenendo che: “Non un basta una norma per avviare un processo complesso come quello di digitalizzazione della PA. Bisogna rendersi conto che le difficoltà della digitalizzazione sono strettamente connesse ai problemi che la pubblica amministrazione vive quotidianamente, tra qui quello dell’eterogeneità: al comune montano isolato dal segnale di telefonia mobile non puoi chiedergli di adeguarsi a un codice”. Dopo aver emanato una circolare per sollecitare la nomina del Responsabile per la Transizione al Digitale (Rtd) da parte di tutte le amministrazioni pubbliche, Bongiorno vorrebbe istituire un tavolo permanente per la verifica delle strategie di digitalizzazione e inserire in un futuro disegno di legge un procedimento disciplinare al dirigente che non accetta di collaborare al processo di digitalizzazione: “Non è accettabile la resistenza da parte del dirigente che volendo conservare il proprio potere e il proprio controllo rifiuta di prendere parte a una trasformazione necessaria per il futuro della PA” ha spiegato la Bongiorno, che poi ha concluso: “Io non voglio la digitalizzazione in inglese, perché esclude molti dipendenti e dirigenti dal processo, e non voglio la digitalizzazione espressa in vuote forme di stile. Abbiamo bisogno di un trapianto di cuore, non di una cura ricostituente”.