Open Data, SPID e Infrastrutture: i tre temi intorno ai quali si è articolata la discussione all’interno del primo CTO meeting nel corso di Codemotion Rome
Open Data, SPID e Infrastrutture: ecco i tre temi intorno ai quali si è articolata la discussione all’interno del primo CTO meeting, la prima occasione di confronto e condivisione tra coloro che la Digital Transformation la stanno facendo davvero. L’evento è stato fortemente voluto da Codemotion, che lo ha ospitato durante i giorni della conferenza. A guidare il dibattito Ugo Landini (principal software Architect a Red Hat) che ha aperto l’incontro proponendo per l’occasione un rovesciamento di ruoli tra cliente e fornitore, tra PA e aziende. Da un lato quindi Simone Piunno, CTO del Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, guidato da Diego Piacentini, Michele Melchionda, CTO della Corte dei Conti, insieme a Nicola Breda, Head of Innovative E2E Applications di UniCredit, hanno presentato le loro realtà e i loro “prodotti”, dall’altro 30 selezionatissimi CTO di aziende e startup innovative hanno incalzato i tre sulle future sfide e necessità.
Big Data: l’oro della PA
I Big Data, l’oro della PA, sono stati i grandi protagonisti del meeting, sia in termine di digitalizzazione del dato, sia e soprattutto in termini di accesso e di fruizione: quello che è emerso in maniera preponderante è la necessità di offrire dataset completi e di qualità, che permettano alle aziende di costruire attorno ad essi prodotti e servizi. Sempre in termini di semplificazione ha ottenuto una menzione speciale SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. La promessa di Simone Piunno è di superare le attuali difficoltà implementative e offrire maggiori integrazioni e servizi, anche grazie al lancio della piattaforma Developers Italia, la neonata community italiana di sviluppatori di servizi pubblici.
Ordine, non infrastrutture
Come sottolineato da Melchionda, la PA ha bisogno di ordine, più che di infrastrutture, di un sistema di razionalizzazione delle risorse che favorisca l’uso piuttosto che il riuso. Il suo sogno è offrire a tutte le amministrazioni un solo software multitenat, abbandonando la pletora di soluzioni e strutture ripetute o customizzate. «È una questione culturale: in Italia non abbiamo ancora fatto nostre queste best practices» ha detto Michele Melchionda, ribadendo l’importanza di rimettere la PA al centro del dibattito tecnologico come parte attiva, attraverso l’internalizzazione di expertise tecniche che siano in grado di esprimere con chiarezza le necessità e valutare con competenza le proposte dei partner.
Una banca in GOLang
Sull’analisi dei Big Data è tornato anche Nicola Breda, in particolare usati per l’analisi real time dei pattern di comportamento dei propri clienti. L’infrastruttura, realizzata sulla base di moderne tecnologie e framework open source, permette a Unicredit di agire in modo predittivo nella churn prevention.
Non è mancato, nelle parole di Breda, un pizzico di invidia nei confronti di Monzo, la banca UK che ha recentemente illustrato la propria infrastruttura tecnologica: software scritto in GOLang, organizzato in microservices e messo in produzione con Docker. Una perla rara nel mondo del software bancario — in Italia e non solo, ancora pesantemente legato a COBOL e mainframe. Al temine delle oltre due ore di dibattito, la sensazione che si ha è che la PA rimanga in ogni caso pachidermica, ma che sacche virtuose si stiano muovendo nelle posizioni chiave per trasformare il processo produttivo e ricostruire un nuovo dialogo con il cittadino che sia attivo e cooperativo.