Antonio Chiarello (ad per l’Italia di iStarter): «Obiettivo raggiunto. La piazza di Londra ha dimostrato ancora una volta di essere un importante driver dove far nascere e sviluppare connessioni tra finanza ed economia reale»
Avevamo lasciato le startup di iStarter (l’acceleratore basato a Londra che sostiene le startup Made in Italy che vogliono crescere nel Mondo) a Westminster il 10 aprile. Non è trascorsa neanche un settimana, che BeMyEye, Charity Stars, Chatsim, Debut, Eucardia, Primo, Soldo, Viniexport, Worldz e Velasca hanno già un nuova meta. Due, per essere più precisi. Pechino e New York sono infatti le nuove tappe del tour di Made in Italy 2.0.2.0. A ottobre in Cina, a inizio 2018 negli Stati Uniti, dove è anche in programma l’inaugurazione della nuova sede di iStarter. Già, ma com’è andata a Westminster? «Obiettivo sicuramente raggiunto – ha dichiarato Antonio Chiarello, Amministratore Delegato per l’Italia di iStarter – la piazza di Londra ha dimostrato ancora una volta di essere un importante driver dove far nascere e sviluppare connessioni tra finanza ed economia reale. Ma vogliamo che le nostre startup siano ambiziose, e noi con loro, per questo motivo stiamo già lavorando alle prossime due tappe del 2017-2018 Made in Italy mantra Worldtour».
#StrongerthanBrexit
Il 10 aprile le 10 startup selezionate hanno avuto la possibilità di presentare le loro aziende e i progetti per il futuro di fronte a un pubblico di 250 persone tra investitori, nazionali ed internazionali, Equity Partner di iStarter e rappresentanti dei più importanti fondi di investimento inglesi ed europei. Supporter dell’appuntamento la parlamentare inglese Tania Mathias, alla quale si è unito Robert Courts, membro del Parlamento inglese. «Questo evento – hanno spiegato Tania Mathias e Robert Courts – è il nostro piccolo contributo per dimostrare che il rapporto tra Italia e Regno Unito è solido come non mai. Da esponenti del Parlamento Inglese affrontiamo insieme con fiducia questo momento di incertezza legato al risultato del voto sulla Brexit».