L’ex calciatore della Juventus poi emigrato nel Regno Unito è tra i fondatori di un’azienda che permette ai tifosi di sostenere la loro squadra del cuore. Da poco è stata lanciata una campagna per raccogliere un milione di sterline e far crescere la società a livello internazionale
Gianluca Vialli, già nel pieno della sua carriera, è sempre stato molto più di un semplice calciatore. Un leader in campo, ma anche fuori, un ragazzo con la testa sulle spalle e con molti progetti per il futuro. In questi giorni, uno dei primi calciatori a emigrare all’estero ha fatto un deciso passo in avanti nel mondo del business. A rivelarlo è stato il Financial Times prima, e il Sole 24 Ore poi: Gianluca Vialli è uno dei fondatori di Tifosy, società di crowdfunding nata nel 2015, che permette a chiunque di sostenere economicamente la propria squadra del cuore. La società ha previsto di raggiungere il pareggio nel 2019, ma intanto continua a crescere: in settimana ha lanciato una campagna per raccogliere un milione di sterline, e portare dunque il proprio capitale a 10 milioni e sostenere il suo sviluppo internazionale.
Se i tifosi dinanziano le squadre di calcio
L’idea dell’ex bianconero è semplice, ma al contempo innovativa, soprattutto nel campo dello sport: «Stiamo risolvendo due rilevanti problemi dello sport di oggi, soprattutto del calcio: il finanziamento e il distacco tra club e tifosi. I club chiamano i loro sponsor partner. Gli sponsor pompano denaro nel club, si aspettano un ritorno per il loro marchio, ma non lo fanno perché amano quella squadra. Capita invece che gli stessi club chiamino “clienti” i veri appassionati, i tifosi. Questo deve cambiare. I tifosi devono diventare partner», ha detto Vialli al FT. Dopo aver appeso la maglietta del Chelsea al chiodo – l’ultima della sua carriera – Gianluca ha deciso di stabilirsi a Londra e tornare in Italia solo occasionalmente per gli impegni da opinionista a Sky. Per il resto, è dalla capitale inglese che gestisce i suoi affari. In Inghilterra, ad esempio, ha anche pubblicato un libro di successo (poi tradotto e distribuito anche in Italia, con il titolo “The Italian Job”) sulle differenze tra calcio britannico e quello italiano.
Sostegno ai club più piccoli
A spiegare ulteriormente la filosofia che sostiene la piattaforma di crowdfunding lanciata da Vialli è l’amministratore delegato Fausto Zanetton (ex Goldman Sachs e Morgan Stanley): «Il calcio è una grande piramide: ci sono 20-25 club che sono grandi aziende, che potrebbero essere titoli di un indice azionario. Gli altri sono piccole e medie imprese. Se si pensa a come si finanziano queste imprese, si scopre che non hanno sempre accesso ai finanziamenti istituzionali. Hanno bisogno di essere molto più creativi, non basta affidarsi ad un proprietario che mette i soldi», ha detto.
Lo sviluppo internazionale dell’azienda
Ed è a questo punto della catena che interviene Tifosy: di recente la piattaforma di crowdfunding in questione ha lanciato il primo mini-bond nel settore calcistico aiutando il piccolo club inglese Stevenage FC (quarta divisione, la nostra Serie D) a raccogliere 600mila sterline utili alla costruzione della nuova tribuna. Ma è dal 2015 che Tifosy cerca di sostenere iniziative di questo genere e anche altri club più blasonati come Fulham e Coventry hanno usufruito dei suoi servizi. E chissà che uno dei suoi prossimi “clienti” non sia proprio un club italiano.
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