Secondo alcune indiscrezioni Google avrebbe fatto un offerta, intorno a 1 miliardo di dollari, per fare sua Telegram, la startup di istant messaging di Pavel Durov. Che ha replicato duramente: «Bullshit».
Rumor, clamore, smentita. Eppure c’è chi è pronto a scommettere che è vero, Google pensa a Telegram per sfidare Facebook e Whatsapp. Anche perché la notizia è uscita da giornali che il fondatore di Telegram lo conoscono bene, anche se lui ha definito i rumors «bullshit». Fesserie.
I fatti noti. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate in questi giorni da siti di settore, Google avrebbe fatto un offerta, intorno a 1 miliardo di dollari, per fare sua Telegram, la startup di istant messaging di Pavel Durov, lo Zuckerberg russo che con la sua app è forse l’unico concorrente vero di Whatsapp.
L’incontro tra Pichai e Durov, poi la dura smentita
È un autorevole giornale tech russo a parlare dell’incontro che sarebbe avvenuto tra il Ceo di Google, Sundar Pichai e Durov quasi un anno fa. In quell’occasione secondo la fonte, Pichai avrebbe messo sul piatto un’offerta di acquisizione di 1 miliardo di dollari. Un primo indizio. Altro indizio lo svela Techeu, raccontando di “un’ intensa chiacchierata” tra lo stesso Durov e Rich Miner, cofondatore di Android e partner di Google Ventures in un evento tech lo scorso febbraio a Barcellona.
Il nostro incontro con Pavel Durov: la rivoluzione silenziosa dell’anarchico di Telegram
Durov, dal suo canto, non ha negato l’incontro, ma l’argomento della chiacchierata, spiegando che “non c’è stata nessuna trattativa”. Per Google l’acquisizione rappresenterebbe una mossa strategica in un ambito, l’istant messaging, in cui Facebook fa da padrone con Messenger e soprattutto con Whatsapp, che ha acquisito per 19 miliardi nel 2014. Anche se la multinazionale di Mountain View sta già lavorando su un codice per sviluppare un nuovo servizio di messaggistica che opererà sui dispositivi Android. Ma ci vorranno anni per prendersi una bella fetta di mercato. La stessa che Telegram già ha con i suoi 100 milioni di utenti attivi al mese, 350mila nuovi utilizzatori ogni giorno e 15 miliardi di messaggi inviati giornalmente.
Differenza tra Telegram e Whatsapp
È nella sicurezza e nella privacy, la maggiore differenza tra le due app, come il fondatore ha svelato a Startupitalia! in un’intervista un anno fa: «Come riusciamo a garantire la privacy? Criptaggio completo dei messaggi, che si auto distruggono, insieme ai profili utenti. Questo ci consente di sapere pochissimo di chi usa Telegram. Inoltre Telegram si muove al contempo su diverse giurisdizioni (anche se la sede legale è a Berlino, ndr) il che ci evita il più delle volte di essere soggetti a richieste di dati da parte dei governi. E comunque non cediamo alle minacce. Non avendo niente da guadagnare perché non siamo alla ricerca di investitori o accordi particolari, le minacce semplicemente non ci interessano» ci ha raccontato Durov. Nella stessa intervista ha raccontato di come “l’imperativo dell’azienda sia di rimanere indipendenti” e che il modello di business si fonderà su “app collegate a Telegram, esterne”.
Durov, lo Zuckerberg di Russia anarchico
Solo 31 anni, una laurea in filologia, e una storia incredibile da raccontare quella di Pavel Durov. La sua prima startup si chiama VKontakte, il Facebook di Russia. Successo incredibile e poi i problemi, tanti, quando si rifiuta di cancellare le pagine di alcuni oppositori, ribelli ceceni, al governo di Putin. Il capo del governo con manovre oscure gli mette contro tutto il board e lo costringe a dimettersi dall’azienda. Oggi vive da apolide, tra San Francisco, Berlino, Helsinki e New York. «Sto bene ovunque, a Londra come a Berlino. Non voglio dipendere da nessuna nazione né da nessun governo». Telegram lo ha lanciato ad agosto 2014.
Qui raccontiamo la sua storia: http://blog.startupitalia.eu/75221-20150528-telegram-pavel-durov