Varietà e scoperta i trend principali. Intanto il colosso inglese, che in Italia muove 50 milioni di euro, cambia immagine e posizionamento
Il volume d’affari del food delivery in Italia per Just Eat è di 50 milioni di euro all’anno. Con margini di crescita pazzeschi. Allargando lo sguardo, l’intero settore nel suo complesso, facendo leva sui suoi punti forti, può salire fino a 1,77 miliardi di euro. Questa la stima dell’Osservatorio Just Eat, che ha commissionato un’indagine a Icrios-Bocconi in occasione del rinnovo mondiale del brand e di un nuovo posizionamento che piazza al centro della mission del gruppo il tema della varietà e della scoperta emozionante del cibo. Due ingredienti fondamentali per la crescita del mondo della consegna a domicilio.
L’indagine
Per l’indagine, condotta su un campione di 16.436 consumatori rappresentativi della popolazione attuale del servizio di digital take-away, il 74% sente il bisogno di variare cibo e ristoranti e scoprirne sempre di nuovi. Di questa percentuale il 70% ama variare spesso, il 63% predilige proprio la varietà e la sfrutta come fattore aggregante per esempio con gli amici e il 60% cambia spesso piatti e ingredienti. Questo elemento della varietà genera un volume d’affari di 29,6 milioni di euro solo per Just Eat. Su scala nazionale questi due trend (varietà e gusto della scoperta) possono appunto arrivare a muovere due miliardi di euro: uno abbondante per il primo fattore, uno scarso per il secondo.
Varietà e scoperta le chiavi per crescere
Insomma, la percezione del cibo per il consumatore – questi numeri sembrerebbero confermarlo – è sempre più edonistica e strettamente correlata a uno stile di vita ricco di socialità e desiderio di condivisione di esperienze e momenti con gli amici (il 76% valuta importante l’attività fisica). Il tutto si manifesta con la voglia di variare cibo e ristoranti (83%), e scoprirne di nuovi (76,5%).
Ovviamente il digitale è una chiave fondamentale: rimanendo a Just Eat, il 92% del campione considera infatti fondamentale le funzionalità che consentono di ordinare con un touch (86%), personalizzare i piatti (87%), comunicare allergie e intolleranze (83%) o condividere sui social (13%).
La sfida di Just Eat
“Come confermato anche dall’indagine che abbiamo condotto con Icrios–Bocconi, le abitudini di consumo sono fortemente influenzate dai nuovi stili di vita e da una dimensione di community sociale che necessita di servizi adeguati a nuove esperienze – spiega Daniele Contini, Country manager di Just Eat in Italia – Just Eat è da sempre anticipatore dei bisogni emergenti delle persone facendo leva su digitale, tecnologia e su un modello di business vincente grazie alla collaborazione con ristoranti di qualità e variegati. In questa direzione evolve oggi la nostra vision aziendale ancora più improntata a guidare la trasformazione in atto e a sviluppare una grande community con al centro il food quale bene di aggregazione sociale”.