L’alleanza trovata per rispettare la legge sul copyright prevede che Big G paghi i singoli editori, nazionali e locali, potrebbe essere seguita da altri paesi europei e su altre piattaforme (a partire da Facebook)
Gli editori francesi battono Google, costretta a pagare le testate appartenenti all’APIG (Alliance de la presse d’information générale, che riunisce editori nazionali e locali del paese transalpino) per pubblicare i contenuti prodotti dagli organi di stampa sulle sue piattaforme e nei risultati delle ricerche sul motore di ricerca e in particolare di Google News). Un successo arrivato dopo un lungo tira e molla, anche se non conoscendo gli specifici requisiti e quale sarà la remunerazione destinata ai singoli editori, per ora va considerata una vittoria parziale.
L’antefatto
A sbloccare lo stallo tra le parti iniziati nel 2019 è stata la decisione dell’Antitrust francese (Autorité de la Concurrence), che lo scorso aprile aveva intimato alla società di Mountain View di trovare un punto di incontro con gli editori per la pubblicazione delle anteprime degli articoli rintracciabili tramite Big G. Dopo un primo momento in cui Google decise di eliminare tali anteprime, fermandosi al titolo e all’immagine di copertina dell’articolo in questione (partendo dal presupposto che i siti delle testate avevano ottenuto beneficio dal traffico generato grazie al motore di ricerca), la denuncia degli editori ha innescato il braccio di ferro normato dall’Autorità, che ha invitato le parti a trovare un accordo nel rispetto dell’entrata in vigore della nuova direttiva europea sul copyright, approvata il 26 marzo 2019 e diventata legge in Francia poco meno di sette mesi dopo.
L’accordo
In attesa di conoscere i dettagli, l’accordo prevede che il colosso californiano verserà denaro nelle casse degli editori considerando criteri come il volume quotidiano di pubblicazioni, il traffico sul web calcolato su base mensile e, con una definizione molto ampia, il contributo fornito all’informazione politica e generale. Segnale evidente che le porzioni della torta più ampie finiranno sui conti dei principali fogli nazionali, del resto dopo le indicazioni dell’Antitrust la stessa Google aveva siglato patti individuali con Le Monde, Le Figaro e Libération. Il progetto con cui Big G punta a soddisfare le intenzioni degli editori è Google News Showcase, che consente alle redazioni giornalistiche di curare i propri contenuti e sviluppare relazioni più radicate con i lettori. Lanciato il primo ottobre del 2020 in Brasile e Germania, News Showcase dovrebbe essere disponibile nel futuro prossimo anche in Regno Unito, Australia, Canada e Argentina, con circa 200 testate già parte del programma, con India, Belgio e Paesi Bassi che saranno gli altri paesi coinvolti in un secondo momento.
La svolta
Al netto di come e quanto verranno ricompensati gli editori, l’accordo siglato in Francia rappresenta una svolta sotto vari punti di vista, non solo perché si tratta della prima misura simile per l’Europa. Il primo punto è che l’effetto domino della direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale porterà altri paesi a seguire l’esempio francese: l’Italia potrebbe essere il primo paese ad accodarsi perché, dopo che il Senato ha dato il via libera, si attende l’ok della Camera dei deputati entro giugno. Un alto aspetto da tenere a mente, nell’ottica di trovare una fonte di ricavi per gli editori, è che tale alleanza aprirà probabilmente le porte ad accordi simili con altre piattaforme digitali su cui passa buona parte del traffico web delle testate, nazionali e locali. E il primo nome della lista è Facebook.
Tutti contenti (più o meno)
A sottolineare l’importanza dell’accordo è stato Pierre Louette, Ceo del gruppo Les Echos-Le Parisien e presidente dell’Alliance de la Presse d’Information Générale: “Si tratta di un passo che segna l’inizio della loro remunerazione da parte delle piattaforme digitali per l’utilizzo delle loro pubblicazioni online“. Sull’altra sponda, Sébastien Missoffe, amministratore delegato di Google France ha spiegato che “l’alleanza conferma il nostro impegno nei confronti degli editori della stampa nel quadro della legge francese sui diritti di vicinato“, aggiungendo che Big G “è lieta di contribuire al loro sviluppo nell’era digitale e sostenere il giornalismo“.