La Commissione Europea ha annunciato gli ultimi risultati dell’adozione del codice di condotta da parte dei giganti tecnologici Facebook, Twitter, Google e Mozilla per combattere la disinformazione. Parole d’ordine: fare di più e più in fretta
La Commissione Europea ha annunciato oggi gli ultimi risultati, il cui report completo sarà pubblicato a febbraio, dell’adozione del codice di condotta da parte dei giganti tecnologici Facebook, Twitter, Google e Mozilla. Il codice di condotta è un insieme di norme non legislative che questi colossi hanno deciso di adottare per arginare il fenomeno della disinformazione soprattutto in vista delle elezioni europee.
Come va la lotta alla disinformazione
La Commissione senza dubbio riconosce i passi avanti che sono stati fatti ma chiede sforzi ulteriori. Andrus Ansip, Vice di Juncker per il Mercato Unico Digitale, plaude alla possibilità che in alcuni casi sia possibile ottenere maggiori informazioni sulle testate che pubblicano gli articoli. Su Facebook ad esempio ciò avviene attraverso quella “i” che trovate nei post e chi vi rimanda alle informazioni di Wikipedia sulla testata editoriale.
La paura di trovarsi a maggio con un risultato simile a quello di Brexit si percepisce nelle parole di Julian King, Commissario alla sicurezza :“Abbiamo bisogno di fare di più e più in fretta. Non vogliamo svegliarci il giorno dopo le elezioni e capire che avremmo dovuto fare di più”.
Anche la Commissaria per l’economia digitale Mariya Gabriel non si risparmia e sprona le aziende a fare di più, partendo da una collaborazione più intensa con i fact checkers indipendenti e con il mondo accademico: “Dobbiamo assicurarci che i cittadini possano avere accesso ad una informazione di qualità e oggettiva che consenta loro di prendere decisioni informate.”
Qual è l’obiettivo della Commissione
La Commissione vuole bloccare ogni possibilità che chi diffonde fake news possa avvantaggiarsene economicamente grazie ad esempio ai banner pubblicitari. Per questo vuole che chi paga gli spazi pubblicitari possa avere le garanzie che la propria pubblicità compaia solo in “spazi sani”. Allo stesso tempo è importante dare conto al pubblico di come vengono spesi i soldi nelle campagne elettorali e su quali temi.
Per debellare l’altra bestia nera della Commissione, i falsi account e i bot, si chiede soprattutto ai social come Facebook e Twitter di adottare delle policy che facilitino l’identificazione e la rimozione. Twitter ad esempio si è concentrata molto su questo problema visto che le news corrono spesso lì ma la Commissione si chiede come faranno ad evitare che questi falsi account ritornino a inquinare il dibattito.
Da ultimo, se da un lato si vuole fornire più strumenti ai cittadini per informarsi tramite fonti credibili, dall’altra la Commissione chiede alle Big Tech di fornire, nel rispetto del GDPR, i dati sul fenomeno della disinformazione agli studiosi, in modo che possano tracciarlo e carpirne a fondo l’impatto.
Quello delle fake news è un tema ancora molto caldo in Europa. Un anno fa si insediava proprio in seno alla Commissione una task force di 39 esperti internazionali per aiutare a fare il punto sul fenomeno.
Tra questi anche Gianni Riotta, giornalista e docente dell’Università LUISS, che alla conferenza di oggi a Bruxelles sul tema di come combattere la disinformazione, ha messo in guardia la platea dicendo che non ci sono buone notizie e che in ballo c’è la stessa democrazia per come la conosciamo. Secondo Riotta infatti ci vorrà molto tempo per ricostruire la fiducia tra i media e i lettori e per ricostruirla bisognerà partire dall’ascolto e dalla comprensione perché sperare di vincere questa guerra solo smascherando le fake news non porterà alla vittoria sperata.
"I won't lie, I don't have good news – @riotta begins his keynote speech about disinformation – What is at stake here is the same survival of democracy as we know it" @UniLUISS @ReporterNuovo pic.twitter.com/G9KMA2TNQ9
— Luiss Data Lab (@LuissDataLab) January 29, 2019
"Rebuilding trust will take a long time, but if we skip the problem of legitimacy in the end we will lose the war. A war that needs to be fought with methods, patience and all the tools we have at our disposals". @riotta talks about how to reconstruct public debate on truthness pic.twitter.com/lSkDXXZK3o
— Luiss Data Lab (@LuissDataLab) January 29, 2019