Dematerializzazione dei punti fisici e agenzie ibride, realtà virtuale e big data per ridurre i tempi di vendita e garantire una migliore esperienza per venditori e acquirenti sono i principali aspetti dell’evoluzione secondo i professionisti di settore
Sono tempi duri e il futuro riserva cambiamenti di grande impatto per il settore immobiliare, uno dei più colpiti a livello globale dalla pandemia. A fronte delle 603mila compravendite per un totale di 96 miliardi di euro registrati nel 2019, quest’anno le previsioni di Scenari Immobiliari ipotizzano un calo tra il 10 e il 20% per un giro di affari vicino agli 83 miliardi di euro. Tuttavia, come la storia insegna, i momenti di forte crisi sono anche quelli che preparano il terreno per novità che rompono con il passato, scenario che riguarderà il futuro prossimo della compravendita degli immobili. A stravolgere lo status quo sarà l’accelerazione della trasformazione digitale, con la dematerializzazione dell’agenzia immobiliare, la più evidente conseguenza della transizione in atto, che sancirà una drastica riduzione dei punti vendita su strada.
Rischio chiusura entro due anni per un’agenzia immobiliare su tre
La previsione è uno dei principali elementi dell’analisi riguardo l’evoluzione dell’attività nei prossimi due anni secondo gli stessi addetti del settore, ricavata dall’indagine su più di 400 agenzie e professionisti condotta da RockAgent, la più nota agenzia ibrida che, grazie alla centralizzazione dei processi, all’eliminazione delle numerose sedi fisiche e al ricorso a strumenti innovativi per l’ambito come realtà virtuale, big data e app per valutare gli immobili e gestire la compravendita, sostituisce la classica provvigione percentuale, corrisposta solo dall’acquirente, con una tariffa fissa inferiore ai mille euro. Affidarsi al digitale per cavalcare i suoi vantaggi implica rivedere l’assetto attuale, tanto che quasi la metà degli intervistati (43%) ritiene che senza un cambio di passo entro il 2022 potrebbero chiudere circa il 30% delle attuali agenzie sul mercato. Uno dei motivi è intuibile, poiché per due esperti su tre i costi dell’agenzia tradizionale sono e saranno sempre più insostenibili, anche se la rinuncia non è percepita come un ostacolo, ma anzi per il 60% non è più un elemento di differenza per favorire la buona riuscita delle operazioni. Tenendo a mente che per gli stessi agenti nel lavoro del domani non c’è l’esigenza di contare su una sede fissa.
L’accelerata provocata dall’emergenza
“L’emergenza ha accelerato di almeno 18 mesi la dematerializzazione già avvenuta in molti settori, a favore di un approccio digitale più agile e trasparente che rappresenta un cambio epocale, con un rapporto tra agenti e clienti che riporterà al centro il vero valore aggiunto dell’attività di mediazione”, è l’analisi di Daniel Debash, fondatore di RockAgent SpA. La previsione conta sul supporto di strumenti che agevoleranno il lavoro dei professionisti, consentendo a venditori e acquirenti di migliorare l’esperienza in termini di stress, burocrazia e tempi. La dimostrazione è arrivata durante il lockdown, periodo in cui secondo la maggior parte degli agenti (il 75%) i clienti smart, soliti utilizzare piattaforme con algoritmi di valutazione, tour virtuali, software per videoconferenze e firma digitale, sono saliti al 50-70%. Nello specifico, è aumentata l’attenzione nella gestione degli strumenti online, come il +26% registrato nel trimestre marzo-maggio degli utenti che hanno seguito in tempo reale lo sviluppo della mediazione e la visibilità degli annunci in rete, con una tendenza che ha coinvolto anche gli over 60. E per il 63% del campione interpellato per la ricerca tali mezzi diventeranno sempre più decisivi nell’acquisizione e gestione degli incarichi.
Gli strumenti digitali più efficaci
Ma quali sono gli strumenti utili per far convergere esigenze e interessi delle due parti in causa? Due dei più efficaci sono la realtà virtuale e i big data, con il primo che per il 50% degli addetti ai lavori è ideale per ridurre i tempi di vendita e i secondi che permettono di avvicinare in modo più immediato e accurato le necessità di domanda e offerta. Visite virtuali e home staging accelerano la trattativa e consentono una selezione di clienti più propensi all’acquisto, evitando così di perdere tempo con chi è indeciso oppure non può permettersi l’immobile in questione e quindi, di conseguenza, limitando gli appuntamenti per la visione della casa dal vivo. Quanto ai big data, invece, la maggiore disponibilità di informazioni favorisce l’esperienza del cliente e aumenta l’efficienza per il lavoro degli agenti.