Intervista all’autrice di “Rinascita americana”, per anni corrispondente dagli Stati Uniti
«Negli Stati Uniti, e nella Silicon Valley soprattutto, non c’è l’arroganza della conoscenza. Ma capita che l’estrema fiducia nelle idee degli imprenditori diventi vero e proprio fanatismo». Giovanna Pancheri, per anni corrispondente negli Stati Uniti di Sky TG24, è l’autrice di Rinascita americana (edito da Società Editrice Milanese), libro che racconta gli USA parlando di economia, lavoro, immigrazione e salute alla luce della presidenza di Donald Trump. Terra di opportunità e di meritocrazia, soprattutto se vista da San Francisco, l’America nasconde anche storture, ingiustizie e disuguaglianze estreme. «A San Francisco – ci ha spiegato Pancheri – una delle prime domande che ti fanno è “come ti posso aiutare?”. Purtroppo è anche la terra dove certi guru raccolgono milioni senza neanche un’idea».
Silicon Valley: luci e ombre
Giovanna Pancheri ha raccontato gli Stati Uniti, incontrando anche i protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione più brillante e sostenuto al mondo dai fondi Venture Capital come racconta in Rinascita americana. «Due menti sono sempre meglio di una, questa è la loro filosofia». I fatti più recenti hanno però confermato che questioni mai affrontate seriamente non sono più rinviabili. Le ripercussioni dell’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio scorso hanno spinto i social network ha prendere posizione soprattutto nei confronti dell’ex presidente Donald Trump. Twitter, ad esempio, lo ha cacciato per sempre dalla piattaforma. «Credo sia stato un punto di non ritorno – spiega Pancheri – ma quanto successo ha anche smascherato la loro ipocrisia».
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Le responsabilità dei social
Anni fa si pensava che i social network fossero soltanto meri distributori di contenuti. Gli scandali legati alla privacy e alla facilità con cui le fake news continuano a diffondersi sulle piattaforme hanno però aperto gli occhi del mondo sul ruolo di multinazionali che operano come veri e propri media. «Bisogna occuparsene. Trovo assurdo che i social network non vengano considerati responsabili per i contenuti pubblicati sulle loro piattaforme. Sanno che se fossero trattati da media company dovrebbero sottostare a determinate regole come i media tradizionali».
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Uno degli aspetti toccati nel libro scritto da Giovanna Pancheri, quello dell’elusione fiscale, si lega a doppio filo con l’evoluzione di ex startup oggi multimiliardarie. I Big Four come Amazon, Google, Facebook e Apple sono soltanto la punta di un iceberg che in questi anni ha rivendicato la libertà di impresa non imbrigliata da cavilli normativi e fiscali. “Un’anarchia fiscale che, pur non avendo nulla di illegale – scrive l’autrice di Rinascita americana – ha molto di amorale, soprattutto considerando il prezzo sociale che il mondo del lavoro sta pagando per la rivoluzione digitale, un prezzo denunciato anche da Donald Trump nei suoi continui proclami contro la globalizzazione”.
Big Tech: mai alla “patrimoniale”
In Italia siamo abituati a guardare al mondo dei Big Tech come a un monolite di imprenditori miliardari con soltanto il profitto in testa. Giovanna Pancheri ha però evidenziato una spaccatura tra la nuova e la vecchia generazione. Nel libro cita infatti le richieste di personalità del calibro di Bill Gates, Warren Buffett e George Soros di aumentare le tasse per i più ricchi. Tutti questi appelli pubblici non sono mai stati accolti da CEO come Musk e Cook. “Mark Zuckerberg – spiega l’autrice – ha limpidamente dichiarato che è meglio dare più soldi in beneficienza invece che lasciare che sia il governo a scegliere come spenderli”.