Elon Musk è ottimista, ma sono tanto gli scettici che considerano l’operazione di fusione con SolarCity troppo rischiosa per Tesla.
Non tutti hanno salutato con entusiasmo il matrimonio tra le due multinazionali di Elon Musk, la Tesla, che produce auto elettriche e SolarCity, specializzata nell’installazione dei pannelli solari. L’offerta di Tesla, 2,8 miliardi di dollari, non ha scatenato l’entusiasmo del consiglio di amministrazione che teme le ricadute negative dell’operazione. Ci crede fortemente Elon Musk, tra i fondatori e azionista di entrambe le aziende: «L’acquisizione potrebbe portare la nuova azienda a un valutazione di mercato di 1 trilione» ha spiegato agli azionisti.
1 trilione, ma intanto il titolo scende
Musk è convinto che unendo le due aziende si crea un gigante destinato a migliorare le sorti dell’umanità: «Unendo auto, batterie e generatori di energie pulite il potenziale è di creare un’azienda di 1 trilione di capitalizzazione». Altri, al contrario, guardano all’operazione con scetticismo. Dubbi confermati dai mercati che all’indomani dell’indiscrezione dell’acquisto (ne parliamo qui) hanno segnato segno meno per Tesla. Un calo di quasi 8 punti percentuali per l’azienda che oggi ha un valore di 29,6 miliardi. Le cose sono andate un po’ meglio per SolarCity che è andata sopra di 5 punti, per un valore di 2,2 miliardi di dollari, come racconta CNBC.
D’altro canto tra le due aziende, l’acciaccata è proprio SolarCity che ha conosciuto perdite negli ultimi tempi con le azioni che hanno diminuito il loro valore di circa il 50%, con un passivo di circa 6 miliardi.
Perché Musk compra SolarCity
L’operazione non è esente da conflitti di interesse. Musk possiede il 19% delle azioni di Tesla e il 22% di SolarCity. Non è poi un mistero che gli altri fondatori dell’azienda, il Ceo Lyndon Rive e suo fratello, Peter, sono cugini di primo grado di Musk. I più critici hanno visto la manovra come un modo di risollevare le sorti dell’azienda. Brian Johnson, analista presso Barclayse crede poco nella sinergia tra i due gruppi, ed è incerto sulla crescita dei guadagni che entrambe potranno avere dall’acquisizione, mentre considera l’operazione un modo per mettere più soldi in cassa per Tesla “in vista della sua espansione”.
La vision di Musk
Intanto l’imprenditore di origine australiana continua a essere ottimista e crede che l’acquisizione se approvata potrà avere effetti benefici sul cash flow di entrambe, anticipando che anche i costi si ridurranno: «Dovremmo concludere l’affare al più presto possibile. Saremmo la sola compagnia energetica al mondo integrata verticalmente, capace di offrire prodotti che funzionano con energia pulita ai nostri clienti. A partire dall’auto che si guida e l’energia che si usa per caricarla, per arrivare a tutto ciò che ha bisogno di essere alimentato in casa o in ufficio» è la vision di Musk che spera di concludere l’operazione nei prossimi tre mesi.