La nostra atleta trionfa nella disciplina regina dei Giochi. C’è la ceca Ledecka che nasce snowboarder e vince nello sci. E poi ci sono decine di robot che danno una mano a rendere queste le Olimpiadi più tech della storia
A Rio mi era capitato. Ho parlato con un addetto ai servizi stando davanti a un pc. Io scrivevo una frase in inglese su Google, lui senza capire un’acca di quello che gli scrivevo usava Translator e mi rispondeva. Qui in Corea una delle applicazioni dell’intelligenza artificiale è appunto quella di far sì che le persone si capiscano. Non è solo questione di inglese, e coreano ovviamente, ma anche di cinese, giapponese, francese, spagnolo, russo, tedesco e arabo e pazienza se non c’è l’italiano. Scarichi GenieTalk sullo smartphone e parli la lingua del mondo.
Leggi anche: Come vincere l’oro e diventare una star su Twitter nel giro di una mattinata. La storia di Sofia #Goccia
Poi, ovviamente, ci sono anche porte di accesso più tradizionali al futuro. Se ad esempio pensando che questi sono i Giochi in 5G vi immaginate di avere a che fare con super-atleti (ancora non ci sono, ma qualcuno ci sta lavorando ) o con robot, non avrete incontri speciali solo in sala stampa. Nelle strade di GangNeung, per capirci il cluster marino delle Olimpiadi dove sono gli impianti indoor delle gare su ghiaccio, sono stati installati dei “lampioni parlanti” (chiedo venia: traduzione mia, non di GenieTalk). Permettono di scattare foto dei passanti mostrando il panorama circostante su larga scala, e di mandare messaggi musicali, o di amore, come suggerisce la guida.
Ciò che è più interessante non è però la rincorsa all’ultimo gadget, al “wow” strappato al visitatore che torna a casa pensando che la Corea è un altro mondo. Ciò che è davvero interessante è l’idea progettuale che c’è dietro ogni applicazione. Se vogliamo dimostrare al mondo come funzioniamo, come hanno fatto i coreani dobbiamo farlo come una squadra.
Robot, lamine e sciolina
Ski Robot Challenge, un esempio interessante: una gara di sci aperta a dei veri robot che per regolamento dovevano essere alti almeno 50 centimetri, e dovevano essere bipedi. L’abbigliamento, dalle tute agli scarponi, simile a quello degli atleti in gara. Solo un po’ meno imbacuccati – anche se pure i robot hanno sofferto il freddo in questi giorni – per permettere agli occhi di avere piena visuale. A questi Giochi abbiamo avuto anche il primo tedoforo-robot, Hubo, e ci sono altri 84 umanoidi in servizio in questi giorni, solido progetto dell’Istituto avanzato di scienza e tecnologia coreana che ha coinvolto 8 team universitari e anche società private per questo contest che molto poco olimpicamente ha messo in palio direttamente un monte premi di 10mila dollari.
La ricerca è un lavoro di squadra, ecco il messaggio che passa da questa tenzone, e in cabina di regia c’è lo stato che abbraccia i social convintamente. In quella stanza dei tesori che è la sala stampa dei Giochi c’è anche una monografia sul presidente Moon Jae-in, con tanto di chiavetta, impensabile da noi. “Voglio abbassare le barriere di sicurezza che mi separano dalla gente“ dice il Presidente, e la monografia benevola dice che tiene regolarmente conferenze stampa a braccio. Racconta che è figlio di un rifugiato della Corea del Nord e non tace cosa successo negli anni della turbolente adolescenza, compreso un arresto quando era studente. Oggi Moon ha proposto un piano record da 380 miliardi di investimenti per migliorare la qualità della vita: “La Corea sarà cambiata dalla gente” è il suo manifesto e in effetti si vede che questi Giochi, pur perfettibili, sono uno sforzo di tutto il Paese.
Per chi invece preferisce ancora altri valori, la salvezza si chiama Ester Ledecka. Arrivata qui primariamente come snowboarder, ovvero come atleta che si esibisce sulla tavola, ha vinto l’oro nel Super G: ovvero sugli sci. I robot un’impresa del genere non avrebbero potuto realizzarla. Figuriamoci se possono vantare poi un oro come quello strappato nella notte da Sofia Goggia nella disciplina regina dei Giochi: la discesa libera. I robot in questi giorni tifano contro l’impresa della ceca, per difendere il proprio orgoglio: umanoidi Vs. umani.