Dopo Gigi D’Alessio, un altro gol della startup che sfida la SIAE. Davide D’Atri (CEO): «Proseguiamo nella nostra opera di apertura del settore dei diritti musicali»
Non si ferma la corsa di Soundreef. Dopo il sì di Fedez e di quello recentissimo di Gigi D’Alessio, la startup di Davide D’Atri, che sfida la SIAE sulla raccolta dei proventi dei diritti d’autore, ha ricevuto un investimento di 420 mila euro dal Club degli Investitori, in occasione di un aumento di capitale più ampio, pari a 560 mila euro. Perché il network italiano di business angels ha deciso di investire nella startup? Perché ha possibilità di crescere e perché porterà innovazione in un settore che si sta aprendo, ha spiegato al Corriere della Sera Giancarlo Rocchietti, presidente del Club. Non solo. Centrale anche la personalità (e il progetto) di Davide D’Atri, founder e CEO di Soundreef: tenacità, velocità nell’execution dei piani, capacità di adattarsi ad un mercato per sua natura in evoluzione, le sue carte vincenti.
«Siamo felici dell’ingresso del Club degli Investitori in Soundreef, che testimonia ancora una volta la sensibilità e attenzione del mondo imprenditoriale italiano nei confronti dell’innovazione e della trasparenza. Proseguiamo dunque nella nostra opera di apertura e modernizzazione del settore dei diritti musicali» ha detto Davide d’Atri.
Anche VAM Investments e Lventure Group sostengono Soundreef
L’investimento del Club è avvenuto tramite VAM Investments, holding di investimento in private equity che ha già investito in Soundreef altri €1,2m a novembre 2015. Soundreef ha cosi rafforzato la propria dotazione di capitale alla luce dell’importante afflusso di artisti e titolari di diritti che stanno scegliendo, in questi mesi, di raccogliere i propri diritti tramite una piattaforma tecnologica, trasparente e veloce nelle distribuzioni. Tra gli altri investitori di Soundreef, oltre Vam Investments, anche Lventure Group, altro partner del Club degli Investitori, che ha inserito la società nel proprio portfolio nel 2011.
La Direttiva Barnier e la liberalizzazione del mercato dei diritti
«Scegliamo Soundreef per la sua grande capacità di farsi portavoce di un sistema che solo attraverso l’innovazione può puntare al progresso e alla crescita del Paese. Siamo imprenditori di lungo corso e non speculatori finanziari come ci ha definiti il Presidente della SIAE» ha dichiarato sempre il presidente del Club degli Investitori.
Giancarlo Rocchietti, fra l’altro, è nel gruppo di imprenditori che ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Renzi per chiedere l’adozione della cosiddetta Direttiva Barnier. La Direttiva Barnier è la direttiva UE del 2014 che chiede agli stati membri di liberalizzare il mercato della raccolta dei diritti d’autore. L’Italia ha recepito la Direttiva? Come è andata lo abbiamo spiegato QUI.
In attesa che la politica tracci una rotta, Soundreef si gode l’ennesimo colpo. «Con la Direttiva Barnier – aveva detto Davide D’Atri in occasione del sì di Gigi D’Alessio – l’Unione Europea ha preso atto della rivoluzione digitale in corso e della conseguente fine dell’era dei pochi monopoli che ancora resistono come quello italiano della SIAE. Credo che presto assisteremo ad un effetto domino».