E se il Pil non cresce, ancora in salita il debito pubblico: nel 2019 salirà a 136,2%, e nel 2020 a 136,8%
Dopo l’FMI anche la Commissione europea taglia le stime di crescita del nostro Paese. Una bocciatura per la verità attesa, ma che rischia di far traballare un esecutivo alle prese con una Legge di bilancio che si rivela giorno dopo giorno più difficile da scrivere. E anche la manovra è oggetto delle critiche della Ue.
Cosa dicono le previsioni dell’Ue
“L’economia italiana è in stallo dall’inizio del 2018 e ancora non mostra segnali significativi di ripresa”, scrive la Commissione Ue nel documento delle previsioni economiche autunnali. Secondo l’esecutivo comunitario, l’Italia crescerà meno di quanto precedentemente atteso e nel 2020 l’economia italiana avanzerà dello 0,4% a fronte dello 0,7% stimato a luglio.
© Commissione europea
Per quanto riguarda la modesta ripresa vaticinata per il 2020 sarà “grazie a domanda esterna e spesa delle famiglie, che però è attenuata dal mercato del lavoro in deterioramento”. L’Italia, come non manca di far notare via Twitter il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, si conferma comunque ultima in Europa sia nel 2019 che nel 2020.
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— Pierre Moscovici (@pierremoscovici) November 7, 2019
Manovra economica promossa, ma con riserve
“Ci sono Paesi che hanno debiti e deficit elevati, questi Paesi come l’Italia e la Francia – ha detto Moscovici – e sebbene le due situazioni non siano raffrontabili devono aumentare gli sforzi per migliorare le loro finanze pubbliche e ridurre il loro deficit strutturale”. “Stavolta – ha aggiunto – non ci sarà né il respingimento della manovra né l’apertura di una procedura”. Roma non tornerà a battagliare con Bruxelles chiedendo più flessibilità come avvenne un anno fa, ma questo non significa che la Legge di bilancio 2020 soddisfi per intero l’esecutivo comunitario.
La Commissione Ue non nasconde infatti i propri dubbi sulla possibilità che il nostro Paese rientri nel debito secondo gli impegni presi (nel 2020 l’Italia dovrebbe ridurlo dello 0,6% del Pil, l’Ue invece ritiene persino che la manovra provochi un aumento consistente: dal 2,2% dovrebbe passare al 2,5%). In più, non considera seria la lotta all’evasione che il governo Conte bis starebbe per intraprendere. In altre parole, gran parte delle coperture su cui l’esecutivo fa affidamento potrebbero non concretizzarsi mai. E, senza coperture, ecco che la voragine del debito torna ad allargarsi.
© Commissione europea
“Ci si aspetta che anche le misure addizionali contro le frodi fiscali previste nella manovra 2020 sostengano le entrate” del Governo, “anche se il gettito correlato è soggetto a qualche incertezza”, scrive infatti Bruxelles.
Pesano Quota 100 e reddito di cittadinanza
A pesare sul nostro debito proprio le due misure bandiera dell’esecutivo passato, il Conte Uno. Nel 2019 salirà a 136,2%, e nel 2020 a 136,8%. Le previsioni primaverili lo davano a 133,7% e 135,2%. Le cause principali sono “debole crescita del Pil nominale, deterioramento dell’avanzo primario” e “costo in aumento delle misure passate”, ovvero proprio reddito di cittadinanza e Quota 100.