In un periodo di incertezza come questo, la realtà, che ha già incassato un round da 2,5 milioni, propone una formula per far ripartire il mercato degli affitti
In tempi di pandemia nemmeno un affitto quinquennale, o un 4+4, riesce a rappresentare un reddito certo. Le difficoltà economiche e il profluvio di Dpcm hanno reso il mercato molto più incerto: “Ogni volta che una zona viene dichiarata rossa c’è la corsa a disdire i contratti, quando si ritorna al giallo c’è la corsa opposta a cercare casa”, ci ha raccontato Lino Leonardi, fondatore, assieme a suo fratello Antonio, di Zappyrent, startup nata a fine 2018 e con all’attivo già un round da 2,5 milioni di euro. “Proprio per fare in modo che la domanda si incontri con l’offerta, cioè l’affittuario con il proprietario di casa, pure in un periodo come questo, abbiamo deciso di lanciare Protezione Zappyrent che ci vede subentrare nel pagamento del canone qualora l’inquilino risultasse moroso”.
Che cos’è la Protezione Zappyrent
“Attivando Protezione Zappyrent – spiega a StartupItalia Lino Leonardi – il proprietario di casa continuerà a ricevere l’affitto il 12 di ogni mese, sia che l’inquilino paghi, sia che sia moroso o in ritardo”. Detta così parrebbe una scommessa un po’ troppo azzardata, ma i due gemelli assicurano che l’intera operazione è tutelata dall’occhio lungo dell’algoritmo che screma i possibili inquilini in fase contrattuale: “vagliamo i profili di chi si propone per l’immobile e compiamo, a seconda della categoria di rischio, screening più o meno accurati per capire la solvibilità del pagatore”.
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Come indaga l’algoritmo di Zappyrent
Insomma, l’algoritmo traccia il profilo economico del soggetto e gli dà un rating: in questo modo l’agenzia e il proprietario sanno se è affidabile o se è meglio continuare a cercare. “Possiamo chiedere la busta paga, così come il 730 se siamo di fronte a un professionista con partita Iva. Eventualmente, se la sua posizione non è troppo stabile, chiediamo se ci sono terzi che possano fargli da garante o, ancora, oltre ai suoi dati possiamo chiedere quelli di eventuali coinquilini che possano permettere di avere informazioni sufficienti sulla loro affidabilità”. Tre i parametri valutati in fase di recensione: rapporto tra il reddito dichiarato e l’affitto, la stima sull’andamento del suo reddito e il controllo se sia iscritto nel registro dei cattivi pagatori.
Zappyrent di norma ha un costo per il proprietario dell’immobile pari al 50% della prima mensilità e del 3% sulle successive: attivando la protezione “anti morosi” la percentuale della startup sul canone sale all’8 ma, come dice Lino “in questo modo il proprietario resta tale ma non ha più le scocciature e i rischi che discendono solitamente dal suo ruolo: se l’inquilino non dovesse pagare saremo noi a interfacciarci con lui per capire se c’è possibilità di salvare il contratto; se invece non ci fosse via d’uscita positiva, gestiremo noi la causa per lo sfratto, senza che il locatore sborsi un solo euro”.
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Così la pandemia ha rivoluzionato il mercato degli affitti
L’osservatorio privilegiato di Zappyrent ci ha permesso poi di comprendere come il Covid-19 ha impattato sul mercato: “Prima i proprietari puntavano sugli affitti brevi”, spiega sempre il Ceo della startup, “ora preferiscono la tranquillità di un contratto spalmato sul lungo periodo, anche se la situazione si è fatta molto più incerta”. Questo a causa del Coronavirus ma anche dei Dpcm: “Ogni volta che una zona viene dichiarata rossa c’è la corsa a disdire i contratti, quando si ritorna al giallo c’è la corsa opposta a cercare casa”. Mentre, tra le cause di risoluzione anticipata della locazione-conduzione: “Sempre più persone ci dicono che sono finite in cassa integrazione e stanno ancora attendendo l’assegno dallo Stato…”