Evergrande di nome ma non di fatto, dato che il marchio cinese ormai attivo in una pluralità di settori (non più solo immobiliare, ma anche nelle auto elettriche, nel turismo e persino nella salute) oggi lascia il listino di Hong Kong a seguito della liquidazione coatta imposta giudizialmente a inizio 2024.
Ascesa e declino di Evergrande
Le torri costruite da Evergrande si stagliano oggi in tutta la Cina, superate per altezza solo dall’ammontare dei debiti che hanno travolto la realtà fondata dal self-made man cinese, Hui Ka Yan, che per anni ha rappresentato il volto di una economia che non sembrava conoscere rallentamento e che pareva consentire a chiunque di avere conti in banca strepitosi.
A quanto ammontano i debiti di Evergrande?
Il debutto del titolo in Borsa era avvenuto a fine 2009 a un valore azionario di 9 miliardi di dollari, divenuto in meno di 10 anni 51 miliardi di dollari. Il declino subito dopo la pandemia, quando le autorità cinesi hanno irrigidito le regole per il trattamenti dei debiti che hanno spinto Evergrande a sanare i propri buchi di bilancio svendendo immobili a prezzi stracciati.
Quando le torri della società immobiliare hanno iniziato a traballare sotto i 300 miliardi di dollari di debiti la società nel suo complesso aveva circa 1.300 progetti in fase di sviluppo in 280 città in tutta la Cina, interessi nel settore delle auto elettriche e faceva da sponsor a una delle principali squadre di calcio del Paese.
Una liquidazione senza fine
Il Gruppo immobiliare cinese è finito gambe all’aria nell’autunno 2021 alla scadenza degli interessi di alcuni bond esteri che Evergrande non è più riuscito a ripagare. Andati a vuoto i numerosi tentativi di ristrutturazione del debito proposti e inseguito dai creditori esteri, l’Alta Corte di Hong Kong ha ordinato la liquidazione nel gennaio 2024. Con ogni probabilità però molti crediti saranno considerati inesigibili: il solo debito estero è stimato sui 45 miliardi di dollari.