Condurre e ispirare le persone, vietato manipolarle e cercare di gestirle. Lealtà e rispetto si guadagnano giorno dopo giorno. La leadership è disponibilità. Ecco le 7 mosse da sapere per diventare un buon leader
Abbandonate le vecchie convinzioni sulla leadership, Gifford Thomas, autore di “The Inspirational Leader, Inspire Your Team To Believe In The Impossible” ci conduce alla scoperta di un nuovo stile di leadership che capovolge completamente le nostre convinzioni riguardo questa figura tanto ambita, e sempre al passo con la discontinuità dei tempi: il leader.
“Non appena arrivato in ufficio alle 8:30 del mattino, sono stato bloccato con una certa ansia da una collega che voleva parlarmi immediatamente. La collega aveva da poco ricevuto un nuovo incarico di Test Manager e credevo che la sua premura di parlarmi fosse dettata dal fatto che anche io in precedenza avessi rivestito lo stesso ruolo. Così mi sono detto, vorrà rassicurazioni sulla gestione del suo nuovo incarico e magari qualche dritta: ok nessun problema.
Ma la Test Manager entrata nel mio ufficio, mi guarda negli occhi e scoppia in lacrime – Ho un nodulo al seno, penso sia un cancro e non so cosa fare -.
Dopo un primo momento di smarrimento misto a incredulità, ho reagito confortandola e rassicurandola perché tutto sarebbe andato per il meglio.
“Risolviamo il problema insieme”. Questo ha cambiato tutto.
Questa storia, tratta da un articolo di Gordon Tredgold, noto esperto britannico trasformazionale della leadership, mi ha colpito nel profondo come uomo e come professionista, mi ha messo in crisi perché fino ad allora ero convinto che “se sei un buon leader non devi confondere il lavoro con i problemi personali, insomma il lavoro è lavoro, invece mi sbagliavo di grosso. La riflessione a cui sono giunto dopo aver letto il caso di Tregold mi ha portato a maturare una consapevolezza assoluta: la leadership è disponibilità: è prendersi cura degli altri. Se una collega arriva a condividere con te informazioni sensibili e personali ti dimostra che come leader hai creato un ambiente di fiducia tale per cui le persone posso essere se stesse anche sul lavoro. Un punto cruciale da cui partire, perché essere un buon leader oggi vuol dire essere sensibili e calarsi realmente nei panni degli altri”.
Ecco le 7 mosse per capire se siete pronti a diventare dei buon leader
1. Costruire la fiducia e coltivare i talenti
Le relazioni interpersonali sono un elemento chiave delle nuove organizzazioni: combinare emozioni personali ed esigenze aziendali è elemento indispensabile per instaurare rapporti di fiducia con i propri collaboratori.
Costruire fiducia è la cosa più importante nel rapporto con gli altri, certamente nel rapporto di un leader con il suo team. È necessario farlo sempre ricordando quello che noi chiamiamo il “paradigma della persona nella sua interezza”, e cioè vedere nel collaboratore più di una semplice persona che lavora con te nella tua squadra, vedere la persona nella sua interezza, per l’appunto, ricordando che questa persona è figlio o figlia di qualcuno. È forse il coniuge o il partner di qualcuno. Il genitore, la zia o lo zio. Quando pensiamo a una persona in questo modo, tendiamo a mostrare maggiore considerazione e rispetto l’uno per l’altro. Ho scoperto e sperimentato che questo approccio aiuta a controllare le emozioni e a sostenere delle conversazioni in un modo più produttivo. Se c’è una linea sottile tra l’interessarsi di qualcuno e curiosare nella sua vita personale, c’è anche un modo appropriato per fargli sapere che, in quanto leader, si è interessati al loro successo e alla loro felicità.
La cosa migliore che un leader possa fare per guadagnare fiducia è facilitare la trasparenza. Incoraggiare una conversazione aperta e cristallina sui percorsi di carriera dei dipendenti e ascoltare le loro questioni personali è un fattore critico per costruire la fiducia.
2. Evoluzione continua
Le aziende e i leader devono ricordare sempre che le persone di talento vogliono fare la differenza, vogliono contribuire alla realizzazione di qualcosa di significativo. Vogliono diventare persone che contano. Invece di concentrarsi solo su ciò che serve facciano per te, è quindi importante anche scoprire cosa li motiva, quali sfide e opportunità potrebbero aumentare il loro livello di coinvolgimento, chiedergli continuamente come risolverebbero un problema. Questo è il modo migliore per mostrare loro il proprio apprezzamento.
Un buon leader coltiva ogni collaboratore individualmente, con piena credibilità.
3. Coltivare lealtà e rispetto ogni giorno
La vita ci ha educato alla diffidenza? Se vogliamo creare un clima di fiducia e rispetto all’interno del team dobbiamo allontanare lo scetticismo e adottare un approccio aperto e leale verso le persone.
Come? Abbandonando le convinzioni negative più diffuse all’interno di un’organizzazione: le risorse sono naturalmente pigre se non vengono stimolate, non hanno un approccio proattivo, devo controllare ogni cosa che fanno, altrimenti l’output non è di qualità.
Parola d’ordine del leader di nuova generazione è imparare a fidarsi delle persone che compongono la nostra squadra.
La capacità di infondere energia, passione, impegno e connessione con la missione e la direzione di un’organizzazione è essenziale in qualsiasi azienda in crescita. Quando le persone sono piene di ispirazione, spesso non hanno bisogno di motivazioni esterne per andare avanti.
4. Le persone seguono l’esempio (del leader)
Le persone seguono l’esempio del leader: se biasimi la gente ovvero parli alle spalle, allora avrai creato una cultura tossica, e aspettati di esser biasimato anche tu, e alle tue spalle.
Se invece desideri una cultura del rispetto, allora rispetta le persone tutte, e non solo quelle che fanno parte della tua squadra.
Come leader, parte del tuo lavoro è quello di ispirare le persone intorno a te. Per trasformarti in un grande leader, devi fornire il ritmo e dare l’esempio.
Quando i leader non “esercitano ciò che predicano”, può essere quasi impossibile per una squadra lavorare insieme con successo.
Come ci si può fidare di un leader che parla di una cosa, ma ne fa un’altra? L’esempio principale è la forma più potente di leadership.
I Leader efficaci forgiano la strada che gli altri tutti devono seguire.
5. Generare empatia: la visione del mondo dell’altro
Se il leader è in grado di comprendere e gestire la propria emotività, dovrà poi essere anche capace di comprendere la visione del mondo dell’altro e le sue emozioni. L’empatia, cognitiva ed emotiva, è infatti una caratteristica fondamentale per il buon funzionamento di un gruppo di lavoro, essenziale per creare relazioni efficienti e funzionali.
Se una persona vi comunica un problema che non può essere risolto nell’immediato o vi fa una critica mirata (e ha almeno in parte ragione): bisogna mettersi nei suoi panni e pensare a come si trova e cosa sente in quel momento. Bisogna riuscire a preoccuparsi davvero.
Perché un team sia efficace è evidentemente importante allineare gli obiettivi del team con quelli degli individui. Che cosa si può fare quando divergono? Quando il team punta a massimizzare la produttività, ipotizziamo, e il singolo punta a massimizzare il proprio tempo libero?
In una squadra è fondamentale considerare e capire ogni suo singolo membro. Un buon leader è dotato di soft skills, di competenze relazionali, e deve trovare quindi del tempo per parlare con ciascuno, anche dei problemi personali o familiari.
Un confronto empatico, quindi, che però non esclude una “conversazione dura”, quando necessario. Perché in gioco c’è il rischio di essere costretti a lavorare con un team disfunzionale, in cui le responsabilità del singolo ricadono su tutta la squadra e sul suo leader.
6. Il dissenso salutare ispira l’innovazione
Negli Usa è molto importante comprendere le differenze tra le diverse generazioni che si trovano a lavorare insieme. Una delle più importanti è comunque sempre la capacità di mettere tutto in discussione, di ispirare l’innovazione attraverso il “dissenso salutare”. Il team deve lavorare in un clima di “sicurezza emotiva” dove tutti sanno che dietro le critiche c’è una sfida alle idee, che vengono messe salutarmente in discussione, non alle persone. Una ricerca dell’Università della California dimostra che c’è una forte correlazione tra la felicità nel lavoro e la felicità nella vita.
7. Prenditi cura dei tuoi collaboratori
Sei pronto a diventare un Leader? Allora prenditi cura dei tuoi collaboratori. Il leader efficace è colui che dà valore alle persone, conosce le loro storie, ed è capace di motivarle.
In una parola, un buon leader si “prende cura” dei loro collaboratori.
La leadership non è alzarsi al di sopra degli altri, è essere uno con gli altri.