Piccole e medie imprese hanno spesso bisogno di assistenza legale ma per risparmiare talvolta evitano di rivolgersi a un avvocato. Capita anche che ignorino di operare in settori strettamente normati dal legislatore. Ecco alcune situazioni tipo nelle quali è meglio farsi affiancare da un professionista
Assistenza legale e startup. Binomio ormai inscindibile per piazzarsi e restare sul mercato. Le incognite e gli imprevisti nella vita imprenditoriale di tutti i giorni non mancano e la presenza di un consulente legale può essere spesso preziosa ed evitare di incorrere in spese ancora più importanti. Pensiamo a quando occorre redigere un contratto importante o a quando si opera in settori strettamente regolamentati. Ma gli esempi possono essere infiniti.
Ne parliamo con gli avvocati Giulia Bianchi Frangipane e Tommaso Faelli, entrambi partner dello studio legale BonelliErede che i più tra voi avranno imparato a conoscere per la presenza nella trasmissione televisiva B Heroes.
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Quando le startup possono avere bisogno di assistenza legale
A rispondere alle domande più classiche in tema di assistenza legale (l’intervista sarà divisa in due parti, nella seconda, come si vedrà, andremo più nel dettaglio delle questioni giuridiche), Giulia Bianchi Frangipane, in BonelliErede dal 2005 – si occupa di diritto societario ed in particolare di M&A e operazioni di finanza straordinaria, private equity, capital markets, contrattualistica commerciale, turnaround, ristrutturazione societaria e procedure concorsuali – e Tommaso Faelli, esperto di IP, IT/Privacy e concorrenza sleale, con competenze di negoziazione e redazione di contratti complessi, consulenza e contenzioso giudiziario nonché assistenza nei procedimenti di fronte alle authority.
Qual è il ruolo svolto dallo studio all’interno del programma B Heroes?
BonelliErede ha avuto diversi ruoli nell’ambito del programma. Oltre a ospitare alcune delle fasi fondamentali in beLab, il nostro laboratorio di ricerca e sviluppo di nuovi modelli e metodologie di lavoro in chiave tecnologica ha messo a disposizione da una parte le proprie competenze e la propria esperienza nella fase di selezione delle startup finaliste, dall’altra ha offerto alle startup selezionate un servizio di mentorship supportandole con assistenza legale nell’affrontare e risolvere le tematiche giuridiche individuate nell’ambito del percorso di selezione e in successivi incontri, per meglio prepararle a ricevere gli auspicati investimenti.
Assistenza legale e startup: qual è il momento migliore, nella vita di una impresa, per affidarsi a un avvocato?
In realtà è difficile dare una risposta generica a questa domanda. Posto che la conoscenza e gestione degli aspetti legali afferenti al contesto in cui la startup opera costituisce di per sé un valore, molto dipende proprio da quale sia quel contesto e dal grado di sensibilità e coscienza “legale” degli operatori della startup. È chiaro che, per players particolarmente inesperti sotto il profilo giuridico, il ricorso all’assistenza legale sarebbe opportuno sin dalle prime fasi dell’attività, e questo è ancor più vero se la startup opera in un settore regolamentato, ove la conoscenza della normativa di riferimento è essenziale per non valicare i limiti imposti dal legislatore.
L’adozione di un modello di governance è spesso sottovalutata dalla maggior parte delle startup. Da un punto di vista legale, quanto è importante e perché?
L’adozione di un modello di governance efficace assume un’importanza fondamentale per una startup in ogni fase della sua maturazione. Nella fase embrionale, infatti, è fondamentale definire accuratamente i rapporti di forza tra founders, valorizzando equamente gli apporti di ciascuno di essi. Nel corso della crescita, adeguati assetti di governance consentono di definire con maggior equilibrio la naturale stratificazione dei diritti assegnati ai nuovi interlocutori, man mano che si presentano (family and friends, business angels, fino ai fondi di venture capital).
In che modo l’assistenza legale può favorire un sistema di governance armonioso e ben strutturato?
L’assistenza legale è fondamentale nella strutturazione di un efficace sistema di governance. Grazie alla sue competenze tecniche ed esperienza di settore, il legale è, da un lato, in grado di suggerire la struttura di governance più adeguata nelle circostanze, e, dall’altro, di trasferirla nei contratti, facilitandone la comprensione da parte dei vari interlocutori coinvolti.
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Assistenza legale, accesso al credito e tutela della proprietà intellettuale
In questa seconda parte dell’intervista, come anticipato, entreremo più nel dettaglio dell’assistenza legale “tipo” che gli avvocati forniscono a imprenditori e startup, parlando di tematiche ricorrenti come l’accesso al credito e, quindi, di business angels, crowdfunfing, donation, reward e di tutela di marchi e brevetti.
L’accesso al credito rappresenta sicuramente uno degli aspetti principali con il quale ogni imprenditore, soprattutto se giovane e operante nel settore PMI, si trova a fare i conti. Qual è il contributo che un professionista legale può fornire?
Un buon legale conosce gli aspetti che l’investitore “tipo” di ciascuna fase valorizza maggiormente in sede di investimento, così come quelli tipicamente percepiti come insidiosi. È quindi in grado di guidare la startup nella “messa a punto” delle aree rilevanti, attraverso l’identificazione delle criticità e delle relative soluzioni e la guida nel percorso di implementazione delle misure necessarie alla risoluzione delle problematiche emerse.
L’universo dei canali di finanziamento per una startup è molto vasto e orientarsi non sempre risulta facile. Qual è il panorama con cui un imprenditore si interfaccia?
I canali di finanziamento a disposizione della startup sono molteplici.
Se non si considera il self-funding (autofinanziamento) e il bootstrapping (capacità di generare flussi di cassa sufficienti), le prime forme di finanziamento a disposizione della startup è costituita dal ricorso ai cosiddetti family and friends e dai business angels. Ci sono poi il crowdfunfing (nelle tre diverse forme: donation, reward e equity crowdfunding), i contributi pubblici, gli incubatori e acceleratori d’impresa, per finire, in fasi più mature, con il venture capital e il corporate venture capital.
Quali le regole d’oro, da un punto di vista legale, per scegliere il canale di finanziamento più adatto?
La scelta della modalità di finanziamento è uno snodo essenziale nella vita della startup. Dopo aver individuato gli obiettivi – e, con essi, gli importi necessari alla loro realizzazione – è importante comprendere pienamente l’effetto “mediato” che tale fonte di finanziamento avrà sulla startup, anche in termini “funzionali” e di governance. È quindi fondamentale scegliere la forma di finanziamento più adeguata alle caratteristiche specifiche, incluse la cap table e la fase di maturazione vissuta dalla startup, avendo il coraggio e la pazienza di trovare la forma di finanziamento che meglio si adatta alle peculiarità del caso.
Quanto è importante la protezione della proprietà intellettuale per una startup?
Le startup tipicamente superano le barriere all’ingresso nei mercati di riferimento attraverso idee e soluzioni nuove. Questa è proprietà intellettuale: di natura tecnica o commerciale, è il principale valore di una startup. La protezione della proprietà intellettuale non è l’unica opzione: è possibile scegliere tra un modello di protezione o uno di apertura e condivisione, cosiddetto open innovation. Ogni mercato ha le sue dinamiche e i management delle startup dovrebbero porsi il problema di scegliere tra queste due opzioni.
Quali strumenti esistono per ottenere la dovuta tutela legale?
Se si decide di percorrere la strada della protezione è importante scegliere lo strumento giusto: per esempio, i brevetti offrono una tutela forte ma decisamente costosa per una startup; il segreto industriale offre invece una tutela meno certa ma in compenso molto più economica. Esistono poi altri strumenti, come i diritti d’autore, per esempio sul software, e i diritti sulle banche dati. Occorre scegliere lo strumento giusto al momento giusto per la sostenibilità del business plan.
Quali sono gli errori più frequenti delle startup in tema di gestione efficiente e protezione della proprietà intellettuale e come porvi rimedio?
Uno degli errori più frequenti è pensare che la protezione della proprietà intellettuale sia economicamente insostenibile per una startup o, al contrario, possa essere ottenuta con qualche accordo di riservatezza standard. L’altra scelta non vincente è rinunciare a negoziare gli aspetti di proprietà intellettuale nella convinzione che il partner commerciale o finanziario sia troppo forte per accettare di aprire una discussione, oppure avventurarsi in negoziazioni importanti senza l’assistenza di un legale specializzato. Il consiglio è trovare un legale di fiducia, trasparente a proposito delle proprie competenze, con il quale fare una semplice chiacchierata o sviluppare un progetto, a seconda del budget della start-up, sin dall’inizio di ogni scelta importante. E infine concordare in maniera chiara il compenso del legale: per chi è specializzato nella materia non è difficile.