Durissima l’associazione di categoria: “L’esecutivo riprenda in mano la gestione della politica economica, sottraendola all’improvvisazione delle Regioni e all’arbitrio dei Prefetti”
L’associazione degli artigiani CNA chiede al Governo di fare chiarezza sulle riaperture delle attività economiche alla luce della notizia secondo la quale in questi giorni diverse aziende, anche di primaria grandezza, hanno avuto dai prefetti nulla osta su attività “anche non funzionali ad assicurare la continuità delle attività non sospese”. Molte imprese dunque sono tornate a produrre ben prima della Fase 2 e questo ha spinto l’associazione di categoria a inoltrare richieste ben circostanziate all’esecutivo. Su tutte: linee guida univoche, valide su tutto il territorio nazionale.
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Cosa chiedono gli artigiani di CNA
“Nomi importanti del Made in Italy, operanti in prevalenza nel comparto del lusso, godrebbero di una autorizzazione specifica per riavviare l’attività”, è quanto denunciano gli Artigiani in una nota. “Eppure tutte le imprese, a cominciare dalle più piccole, appartenenti a tutti i settori produttivi, hanno espresso il bisogno di riaprire e sono in attesa di indicazioni chiare. Assistiamo invece ad un processo disordinato e incomprensibile, apparentemente scollegato dai principi del Dpcm del 10 aprile, affidato all’iniziativa dei singoli e alle valutazioni discrezionali”.
© CNA
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“Non è questo – viene scandito nella nota dell’associazione degli Artigiani – di cui c’è bisogno per contenere l’angoscia che sta assalendo gli imprenditori e per ridare speranza al Paese. È necessario che il Governo riprenda in mano la gestione della politica economica, sottraendola all’improvvisazione delle Regioni e all’arbitrio dei Prefetti, e definisca, con la massima urgenza e chiarezza, tempi e principi tesi a garantire la sicurezza cui attenersi per consentire all’Italia di riavviare i motori. In tempi tanto drammatici come quelli che stiamo vivendo la linea di comando deve essere veloce, corta e non mostrare incertezze. Eventuali errori verranno giudicati dalla storia, ma la mancanza di ordine non sarebbe perdonabile dagli stessi contemporanei”.
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