In soccorso del nostro Paese anche il gruppo tessile veronese guidato da Sandro Veronesi. Già donate 5mila mascherine al Comune
Continua a crescere la lista delle imprese che stanno convertendo le proprie linee produttive per dare una mano nell’emergenza epidemia di Coronavirus. Anche Calzedonia ha deciso di fabbricare materiali di protezione per i medici, gli infermieri e gli uomini della Protezione civile impegnati in prima linea nella lotta contro il Covid.
© Calzedonia
Calzedonia produrrà mascherine e camici
Il Gruppo tessile veronese Calzedonia ha fatto sapere di avere riconvertito a partire da ieri alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici. L’operazione è stata promossa dal presidente, Sandro Veronesi che, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, aveva chiuso tutti i punti vendita delle zone rosse e successivamente quelli di tutta Italia, anticipando i decreti del Governo.
Gli stabilimenti riconvertiti alla produzione di mascherine e camici saranno quelli di Avio (Trento) e Gissi (Chieti) e, fuori dal nostro Paese, quelli localizzati in Croazia. Sono stati acquistati macchinari speciali per la creazione di una linea semi-automatica, e le cucitrici sono state formate al nuovo tipo di produzione.
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Questo nuovo assetto permetterà la produzione di 10.000 mascherine al giorno nella fase iniziale, con un incremento previsto nelle prossime settimane. La consegna delle mascherine è iniziata ieri, con le prime 5.000 donate al comune di Verona.
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Anche Prada in prima linea
«Prada, su richiesta della Regione Toscana, ha avviato mercoledì 18 marzo la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione. Il piano prevede consegne giornaliere che saranno ultimate in data 6 aprile», si legge in una nota dell’azienda.
FCA produrrà mascherine in Asia
Ieri mattina anche FCA ha annunciato di voler avviare, presso i suoi stabilimenti asiatici, la produzione di un milione di mascherine. «L’obiettivo – ha spiegato l’amministratore delegato del Gruppo, Mike Manley– è di iniziare la produzione nelle prossime settimane e arrivare a produrre oltre un milione di mascherine al mese che saranno donate ai primi soccorritori e agli operatori sanitari». Al momento FCA non ha precisato di quale stabilimento del gruppo si tratti. «Da quando vi ho scritto la scorsa settimana, abbiamo assistito a una rapida escalation dell’impatto del Coronavirus sull’economia globale e sulle nostre vite. Benché la diminuzione dei nuovi casi in Cina sia motivo di ottimismo, per molti di noi si prospettano ancora tempi difficili», ha scritto ai dipendenti del Gruppo Manley.
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«Le decisioni che un giorno sembrano essere sensate – conlude – vanno riviste poco dopo alla luce dei cambiamenti imposti dalla pandemia al nostro modo di vivere, lavorare e interagire dei nostri dipendenti sono in Italia, per cui già da qualche settimana viviamo in maniera evidente gli effetti della diffusione del virus e vorrei ringraziare tutti voi, ovunque vi troviate, per la vostra straordinaria dedizione, per l’impegno e il duro lavoro nel far fronte a questa situazione».
Ferrari fa ventilatori polmonari
Ferrari è invece impegnata nella produzione di ventilatori polmonari e aiuta la sola azienda italiana che li costruisce ad incrementare il ritmo, come ha raccontato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive: «Proprio in Italia, FCA è impegnata con Ferrari – ha riferito Ficco – ad aiutare Siare Engineering a raddoppiare la produzione di respiratori. Inoltre uno stabilimento asiatico sarà convertito alla produzione di mascherine facciali, con l’obiettivo di arrivare a produrre nelle prossime settimane oltre un milione di mascherine al mese, che saranno donate a soccorritori e operatori sanitari».