La proposta indirizzata al Governo arriva dagli ambienti universitari. Mandare in letargo il Paese a marzo e recuperare nel periodo delle ferie estive
Stravolgere il calendario lavorativo. Ferie forzate a tutti adesso, in attesa che sia passata l’epidemia di Coronavirus e poi recuperare dopo, in agosto. È questo l’appello che arriva al Governo da economisti e docenti universitari.
L’appello al Governo
“Abbiamo le scuole chiuse, gli stadi sbarrati, ma gli uffici e le fabbriche aperte. Alcuni lavoratori sono stati messi in condizione di lavorare da casa, ma sono una minoranza. Si sta in sostanza creando una discriminazione tra lavoratori che stanno al front-office e quelli nelle retrovie”. Per questo, i firmatari dell’appello, chiedono all’esecutivo di Giuseppe Conte di cessare le mezze misure e varare un decreto che imponga lo stop di ogni attività anche ai privati. Una specie di ibernazione del Paese. Per non subire conseguenze troppo negative nel prossimo futuro, il tessuto lavorativo dovrà però rimboccarsi le maniche e lavorare in agosto, mese tradizionalmente deputato alla pausa estiva.
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“Il panico – si legge – sta montando e bisognerebbe contrastarlo immediatamente senza dividere il mondo del lavoro, e facendo scelte radicali per fermare il contagio. Insomma, se si vuole veramente porre un freno al diffondersi del virus bisogna prendere una decisione conseguenziale: andiamo tutti in ferie obbligatoriamente per 15 giorni, come fossimo nel mese di agosto”.
Chiudere il Paese (che va ancora al lavoro)
Una scelta drastica, difficile da prendere per Conte e per i suoi ministri. Costringere le fabbriche alla chiusura. Sbarrare ogni ufficio. Imporre insomma un coprifuoco marziale. Si esce solo per acquistare i viveri, dopodiché si torna a casa a passo ben spedito. E non è detto che il Governo, che finora ha voluto procedere per step graduali, così da preparare psicologicamente una popolazione sempre più stressata, non ci abbia già pensato, che non sia l’extrema ratio da giocare qualora la situazione dovesse volgere al peggio, qualora nemmeno gli ultimi provvedimenti presi ieri sera, con l’estensione della zona rossa di quarantena a tutta Italia, dovesse servire a contenere il dilagare del Coronavirus.
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E infatti l’appello di stravolgere il calendario lavorativo del Paese è stato proposto prima dell’ultima misura emergenziale, il decreto #iorestoacasa e prevede 15 giorni di ferie coatte ora da recuperare poi in agosto. Un appello superato dalla cronaca e dal nuovo intervento legislativo dell’esecutivo, che potrebbe perciò estendersi temporalmente dato che di fatto il Paese resterà ibernato per l’intero mese di marzo, fino al prossimo 3 aprile. Chi volesse sottoscriverlo invii la propria adesione a a [email protected].