E viene chiesto al Governo l’abbattimento forfettario del 70% degli acconti 2020 IRPEF e IRES e del 50%, in favore del datore di lavoro, dei contributi previdenziali ed assistenziali del personale dipendente
“Non è un problema delle sole imprese del commercio. Nel nostro paese i consumi interni contribuiscono per circa il 60% al valore del PIL. La lunga chiusura forzata di molte attività, adesso incomprensibilmente prolungata, ha avuto effetti devastanti non solo a livello macroeconomico, ma anche sui redditi: già sono spariti 6 miliardi di euro, tra imprenditori e dipendenti in cassaintegrazione”. Così Confesercenti, commentando il Documento di economia e finanza predisposto dall’esecutivo e da oggi al vaglio delle Camere.
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Cosa chiede Confesercenti
“Il DEF non tiene inoltre conto dell’allungamento del lockdown predisposto da pochi giorni. In queste condizioni, rimanere ancora chiusi senza prospettive per il futuro, mette ancora più a rischio il nostro tessuto imprenditoriale”, attacca Confesercenti.
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“Per il commercio, in particolare – viene sottolineato -, un lockdown prolungato significa favorire l’online e regalare ricchezza all’estero, ma anche distruggere la rete dei negozi e dei mercati, una rete diffusa e capillare che garantisce occupazione, reddito e la qualità della vita delle nostre città. Per il turismo vuol dire invece allontanare ancora di più la fase di ripresa, azzerando – oltre ai fatturati – anche le prospettive delle imprese”.
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© CNA
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La ricetta per uscire dalla Coronacrisis
“A nostro avviso -prosegue la nota di Confesercenti indicando all’esecutivo una serie di misure da intraprendere per tamponare le ricadute economiche della quarantena imposta al Paese -, si poteva e si doveva ripartire in sicurezza. Quello che certamente è inaccettabile, è pensare di prolungare il lockdown senza varare ulteriori misure di sostegno per l’economia. La strada è già stata tracciata dagli altri paesi europei che hanno avviato ristori diretti a fondo perduto”.
Quindi, viene proposto:
- Riconoscimento di un ristoro diretto dei costi di esercizio proporzionato ai giorni di chiusura, dietro semplice autocertificazione;
- Riconoscimento di un credito fiscale forfettario a copertura dei costi di messa in sicurezza dei locali;
- Abbattimento forfetario del 70% degli “acconti 2020” IRPEF e IRES;
- Abbattimento forfetario del 50%, in favore del datore di lavoro, dei contributi previdenziali ed assistenziali del personale dipendente a proprio carico, e del 75% dei contributi previdenziali ed assistenziali diretti;
- Sospensione dei carichi affidati all’Agente della Riscossione e tutti gli altri atti emessi dall’Amministrazione finanziaria (avvisi bonari, accertamenti con adesione, etc.) fino al 31 dicembre 2020.
- Un piano ad hoc per il turismo. Bisogna prevedere un intervento di sostegno mirato, a fondo perduto e per tutto il 2020, a favore delle imprese turistiche. Dobbiamo aiutarle ad arrivare alla ripresa dei flussi di visitatori, purtroppo prevista non prima del 2021.