Si legge sempre meno e testi sempre meno complessi. A rivelarlo è una ricerca dell’Economist basata su un’indagine condotta in due università americane. Agli studenti è stato chiesto di leggere e spiegare Bleak House di Charles Dickens. Ecco che cosa è emerso.
Perchè si legge sempre meno?
In un articolo uscito sull’Economist si legge che non è soltanto la quantità della lettura a diminuire, ma anche la tipologia e la complessità dei testi: frasi più semplici, periodi più brevi, materiale più leggero. In particolare, secondo il giornale, ci sarebbe un collegamento diretto tra questo declino della lettura e gli effetti sulla sfera politica: con meno abitudine a leggere testi complessi, meno capacità di comprendere argomenti articolati, argomentazioni più superficiali, maggiore vulnerabilità a slogan e semplificazioni.
E il cambio di passo non lascia indietro nessuno, rivelando come tutte le fasce d’età: dagli adulti agli adolescenti ma anche i bambini piccoli leggano meno rispetto al passato. E anche l’abitudine di leggere ad alta voce sia in calo.
Non è solo una questione di quantità
Ma non è solo una questione legata alla quantità ma anche alla qualità del materiale letto: testi sempre più semplici, frasi più corte, meno profondità. Si prediligono letture leggere e immediate piuttosto che testi lunghi o complessi.
Nell’articolo si legge che tutto ciò potrebbe avere impatti sulla democrazia e sul dibattito pubblico: cittadini meno ben informati, più soggetti a manipolazione, meno predisposti al pensiero critico.