Nuovi limiti a partire dal primo gennaio. Le novità
Torna ad abbassarsi il tetto al contante. A partire dal primo gennaio 2022, come stabilito dal decreto fiscale 124 del 2019, collegato alla Legge di Bilancio 2020, varato dal Conte bis torna a essere di mille euro, come nei tempi bui del salvataggio dei conti del Paese da parte del governo emergenziale di Mario Monti.
Primo gennaio 2022, cosa cambia al tetto al contante
Il decreto in questione aveva stabilito due abbassamenti, probabilmente per aiutare gli italiani a digerire una misura considerata impopolare: a decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021 il tetto era stato portato a 2.000 euro, dai 3mila dell’ultimo intervento in tal senso, nel 2016, voluto dall’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, quindi il venturo abbassamento a mille a far data dal primo gennaio 2022.
Si tratta di una decisione che, nell’impianto originario stabilito dal Conte bis, si sarebbe dovuta accompagnare a misure come il Cashback e la lotteria degli scontrini per fare emergere parte delle spese non dichiarate e abituare gli italiani all’uso delle carte di credito e altri strumenti tracciabili. Come è noto, però, la lotteria degli scontrini non ha avuto successo e il Cashback è stato dismesso anzitempo da Mario Draghi visti i costi per lo Stato.
A partire dal primo gennaio 2022, dunque, il nuovo tetto al contante imporrà di effettuare ogni tipo di acquisto dalla portata superiore ai mille euro con sistemi tracciabili: assegni, bonifici o carte di credito. Per la stessa ragione, naturalmente, non ci sono limiti di spesa collegati ai metodi di pagamento differenti dalla cartamoneta. Chi dovesse sgarrare andrà in contro a multe che partono da mille euro (attualmente il minimo è di duemila).
Limiti al contante solo in 12 Paesi su 27
Nel club dei 27, il tetto al contante è un limite – per alcuni illiberale – solo in 12 Paesi su 27. E finché l’UK ha fatto parte del consorzio, il divario era, se possibile, ancora più schiacciante: 12 su 28. Tra i Paesi che prevedono le norme più severe, per esempio il divieto di trasportare più di 1500 euro in banconote, troviamo la Grecia post Troika: quelle norme, assieme alla disoccupazione record, il crollo dei sussidi e l’impennata dei prezzi e delle imposte sono un ricordo proprio della “commissione” che commissariò Atene per rimetterle i conti a posto.
Tetto al contante ancora più basso in Francia e Portogallo, dove il limite è a 1.000 euro. A salire troviamo Romania (2.100), Spagna (2.500, ma arriva a 15 mila per i non residenti), Belgio (3.000), Slovacchia (5.000) e Bulgaria (5.100).
Le più permissive, invece, sono la Repubblica Ceca con 14.000 euro e il duo “Polonia e Croazia” in cui il limite è in entrambi i Paesi a quota 15.000 euro. Tra i Paesi che non la prevedono, a sorpresa, spicca la rigorosissima Germania. Anche per questo merita attenzione quanto aveva dichiarato qualche mese fa Antonio Patuelli, presidente dell’ABI (banche): «il tetto al contante, per essere efficace, deve essere europeo».