Chi soffre di malattie e scompensi della tiroide può avere diritto a un assegno mensile di invalidità. Ipotiroidismo, ipertiroidismo e gozzo sono, infatti, tre condizioni piuttosto diffuse con un’origine comune: la tiroide. Si incorre nell’ipertiroidismo quando questa ghiandola lavora troppo mentre nell’ipotiroidismo quando lavora in modo insufficiente. Le conseguenze nei pazienti possono essere più o meno invalidanti, e per questo anche nel 2025 l’INPS ha confermato il cosiddetto “bonus tiroide”, un contributo economico riservato alle persone che soffrono di malattie e scompensi della tiroide. A quanto ammonta, chi ne ha diritto e come fare per richiederlo?
A quanto ammonta il Bonus tiroide 2025?
Per il 2025 è previsto un assegno mensile che va dai 286 euro ad un massimo di 550 euro a seconda del grado di invalidità accertata, che deve partire da un minimo del 74%. Il bonus, che è a tutti gli effetti un assegno di invalidità, può essere richiesto da chi ha ricevuto una diagnosi certificata di:
- Ipertiroidismo
- Ipotiroidismo
- Gozzo
- Carcinoma tiroideo.
Accertato che tali condizioni compromettono significativamente le attività quotidiane della persona, si può avere diritto all’assegno mensile, così riconosciuto:
- Invalidità dal 74%: 286 euro mensili
- Invalidità al 100%: fino a 550 euro mensili
- Chi necessita di assistenza continua: fino a 520,29 euro mensili
Come richiedere il Bonus tiroide 2025?
Il primo passo per richiedere l’assegno di invalidità è quello di rivolgersi al proprio medico di base e farsi aiutare a inoltrare la domanda all’INPS o, in alternativa, si può procedere in autonomia direttamente dal sito dell’INPS, nella sezione “Invalidità civile“. Terminato l’iter di richiesta, l’INPS fisserà una visita con una commissione medica per valutare il grado di invalidità e chiedere al soggetto interessato di portare una serie di documenti: dall’ecografia tiroidea al certificato originale che attesta la patologia. In caso di esito positivo, si avrà diritto all’assegno di invalidità e alle altre agevolazioni previste dalla legge: permessi mensili retribuiti, riposi giornalieri e congedo straordinario fino a due anni per chi necessita di assistenza continua.