Nuove accuse di abuso di posizione dominante per la big del tech
Google, così come Apple e Amazon e i loro rispettivi store virtuali sono sotto la lente di ingrandimento delle autorità antitrust di mezzo mondo. Giusto per riportare le ultime notizie in materia, nel Regno Unito si indaga su Apple, parallelamente, la Commissione europea spulcia da mesi dati e contratti dell’App Store, mentre un disegno di legge dell’Arizona passato alla Camera Alta chiede ai due colossi di rivedere radicalmente il sistema che impone di sfruttare i meccanismi di pagamento interni agli store, permettendo l’uso di quegli esterni. Esattamente il motivo del contendere tra Epic, Google ed Apple, di cui è atteso a giorni il primo verdetto.
Ben 37 Stati USA contro Google
Adesso però Google dovrà vedersela anche con i Procuratori Generali di 37 Stati americani, che hanno eccezionalmente deciso di associarsi in una causa collettiva contro Google, accusando il colosso del tech di monopolio per le politiche messe in atto nel suo negozio digitale Play Store. “Intentiamo questo processo per mettere fine al monopolio illegale di Google e per dare infine voce a milioni di consumatori e imprenditore”, ha spiegato il Procuratore Generale di New York, Letitia James, tra i promotori della causa. “La società ha fatto in modo che centinaia di milioni di utenti si rivolgano a Google, e solo a Google, per avere accesso a milioni di App per caricarle sui loro telefoni o tablet”, ha aggiunto James.
“Android e Google Play assicurano un’apertura e una scelta che altre piattaforme semplicemente non hanno”, ha dichiarato il responsabile dei Public Affairs, Wilson White. Il disegno di Google sarebbe assai semplice: rafforzare la propria posizione (che le autorità sostengono essere dominante) per guadagnare con le commissioni. Poche settimane alcuni parlamentari democratici e repubblicani del Congresso Usa hanno presentato cinque progetti di legge per provare a scalfire le posizioni anti-concorrenziali di Google, Apple, Facebook e Amazon.