Il primo giorno di scuola è arrivato. E sta per accadere quello che accade ogni anno, in misura crescente, ormai da vent’anni, forse di più.

Le strade davanti ai portoni e i cortili delle scuole di tutta Italia si trasformeranno in autentici set fotografici e cinematografici con genitori che si improvviseranno fotografi, cameramen e, in qualche caso, anche acrobati per immortalare in ogni posa possibile i propri figli.
Un solo obiettivo: postare, poi, in tempo quasi reale, quelle foto e quei video sui social per urlare al mondo il proprio orgoglio di mamme e papà. Il giorno dopo i social saranno pieni di quelle foto e quei video, quelli dei nostri figli.
Foto e video con in primo piano il loro viso e i loro sorrisi e sullo sfondo la targa della scuola che frequentano faranno il giro del mondo e saranno, per sempre, a disposizione di miliardi di persone, inesorabilmente anche di mostri pronti a utilizzare quelle foto per generare, grazie ai nuovi servizi basati sull’intelligenza artificiale, ogni tipo di materiale pedopornografico da distribuire nei mercati internazionali rendendo nostra figlia o nostro figlio un pedopornoattore.
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O, difficile dire se peggio o meno peggio perché lo scenario è egualmente orribile, quelle foto e quei video consentiranno agli stessi mostri di presentarsi davanti a scuola dei nostri figli o di intercettarli online per adescarli. Nessun terrorismo psicologico.
Nessun desiderio di spaventare nessuno e, men che meno, nessuna voglia di fare la morale a nessuno perché non credo serva, non ne sono capace e non posso permetterlo considerato l’interminabile elenco di errori che da genitore ho commesso, sto commettendo e continuerò a commettere.

E, però, un invito a riflettere un istante di più prima di condividere sui social una montagna di foto dei nostri figli, quello sì, quello, forse, da genitore che ha la fortuna, in questo momento, di guardare il mondo, da un osservatorio privilegiato come quello del Garante per la protezione dei dati personali e, al tempo stesso, la sfortuna di scontrarsi quotidianamente, con il lato peggiore e più oscuro della società digitale nella quale viviamo immersi, questo si, questo invito credo di avere il dovere di rivolgerlo a tutte le mie colleghe e i miei colleghi genitori.
Pensiamoci due volte. Magari condividiamo quella foto con amici e parenti attraverso le app di messaggistica o, meglio ancora, mostriamogliela sul nostro smartphone mentre prendiamo un caffè come si faceva una volta con il caro vecchio album di famiglia.
I social sono una cosa diversa. Non c’è soddisfazione del nostro orgoglio di mamme e papà che valga i rischi ai quali esponiamo i nostri figli sbattendone online le foto del primo giorno di scuola o, almeno, questo è quello che penso io.
Buon primo giorno di scuola a tutte e tutti, adulti e meno adulti, perché la società cambia continuamente e non si finisce mai di imparare.