Nel nuovo “Istituto delle Quattro Valli” in provincia di Asti è stato lanciato il progetto Clil, per insegnare ai bambini alternando lezioni in italiano e inglese
I linguisti lo chiamano “code switching“ ovvero cambiamento di codice linguistico. Alla primaria di Coazzolo in pochi, tra i bambini e i genitori, probabilmente sanno cosa si tratta, ma Isabella Cairo, la dirigente del nuovo “Istituto delle Quattro Valli” in provincia di Asti, ha lo sguardo lungo. Vuole essere profetica. Ha l’ambizione di un’Italia diversa da quella di oggi dove chi andrà a cercare lavoro all’estero o anche chi resterà nel nostro Paese, saprà usare l’inglese e l’italiano come se fossero la stessa lingua. Passerà rapidamente da un idioma all’altro senza problemi, senza bisogno di un vocabolario. E’ per questo che ha pensato di dare il via al progetto “Clil” (Content and language integrated learning) anche alle elementari. Una sfida giocata per riuscire a essere alla pari delle scuole delle metropoli. Qualcuno un giorno sicuramente la ringrazierà. Intanto, forse, non sarà del tutto facile studiare e apprendere in inglese.
Nella realizzazione del progetto sono stati coinvolti i docenti di lingua inglese della scuola primaria, della secondaria e, per alcune ore, anche una professoressa di lingua madre che stimolerà i docenti ma soprattutto arricchirà il bagaglio di conoscenze e di competenze dei ragazzi. Un piano, quello messo a punto da questa innovativa scuola, che risulta coerente al percorso fatto visto che l’istituto “Quattro Valli” ha partecipato in rete con altri istituti della Provincia di Asti proprio ad un progetto di “code switching“. Ora il passo necessario è quello di partire dalle fondamenta, dalle basi ovvero dai bambini della scuola primaria. Un modello che rivoluzionerà anche gli spazi e soprattutto la didattica della scuola: il processo di apprendimento fatto in questo modo prevede momenti di revisione, di stimolo e di costruzione collaborativa. E’ chiaro che in un contesto di questo genere anche gli insegnanti e i collaboratori scolastici si sono messi in gioco: la stessa disposizione dell’aula sarà infatti in continuo cambiamento a seconda delle necessità del momento.
Negli ultimi anni molte scuole hanno esperimentato questa metodologia puntando sulla formazione dei docenti. Il termine Clil è stato introdotto da David Marsh e Anne Maljers nel 1994. In Italia è arrivato nell’ambito dell’attuazione della Legge di Riforma che ha introdotto l’insegnamento in lingua veicolare negli ordinamenti scolastici italiani. Un ruolo importante in questo processo l’ha rivestito l’Indire che si è occupato di promuovere ed accompagnare l’introduzione di questo metodo.
Questa metodologia si è diffusa in modo capillare in Europa, come testimonia il rapporto Eurydice “Keydata on Languages at school in Europe” e la raccomandazione della Commissione Europea nei quali la competenza linguistica straniera è definita una dimensione chiave per la modernizzazione dei sistemi d’istruzione europei e la metodologia Clil è rappresentata come il motore del rinnovamento e del miglioramento dei curricoli scolastici. In questi anni è nato anche un Consorzio europeo costituito da 31 ministeri che promuove una serie d’iniziative sull’internazionalizzazione tra cui l’insegnamento di contenuti disciplinari in lingua straniera.