200 banchi monoposto realizzati in due settimane. Insegnanti e genitori degli alunni della Steiner di Milano hanno lavorato al progetto in estate
A meno di un mese alla riapertura delle scuole sono ancora tanti i dubbi che attanagliano le figure che ruotano attorno al mondo scolastico. Studenti, genitori, insegnanti, dirigenti, personale, uffici e segreteria si chiedono come sarà, effettivamente, questa ripartenza che dovrà fare i conti con il virus. Tra i tanti “se” e “ma“, una delle questioni più dibattute resta quella legata alla gestione degli spazi in comune e, in primis, dei banchi. Nel marasma delle polemiche che dilagano sul poco tempo a disposizione per costruire e distribuire in tutta Italia i nuovissimi banchi monoposto voluti dal Ministero, alla scuola privata parificata Steiner di Milano, genitori, studenti e insegnanti hanno provveduto in autonomia al proprio fabbisogno.
“Approfittando della pausa estiva, nei mesi di luglio e agosto ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo costruito 200 banchi monoposto”, afferma Tiziana Zoncada, maestra di falegnameria alla Steiner di Milano e coordinatrice di questo progetto anti-Covid.
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I nuovi banchi monoposto anti-Covid
Una corsa contro il tempo è partita pochi giorni fa, dopo la chiusura della gara d’appalto per la costruzione dei nuovi banchi da impiegare negli edifici scolastici italiani. Undici le imprese incaricate, su 14 che avevano fatto domanda, di portare avanti i lavori. Tre milioni i banchi che, secondo quanto affermato dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, saranno assegnati a scuole secondarie e primarie, così ripartiti: 2.2 milioni alle secondarie e fino a 800mila alle primarie. Una cifra enorme considerati i tempi ristretti necessari per la produzione e la distribuzione che, con molta probabilità, non riuscirà a coprire tutta la penisola in così poco tempo. Una bagarre che ha dato vita a non poche polemiche e indigestioni, soprattutto in questi ultimi giorni.
200 banchi individuali realizzati in autonomia
Tra dubbi e incertezze sul “quando” e “come” saranno pronti e distribuiti i nuovi banchi scolastici, c’è chi, “bando alle ciance“, di tempo ne ha perso ben poco. E’ il caso di alcuni insegnanti, genitori e alunni della scuola parificata Steiner di Milano che, dal 21 luglio, in piena estate, si sono rimboccati le maniche e messi a lavoro per costruire, in autonomia, i propri banchi anti-Covid.
“Ne abbiamo realizzati 200 in legno d’abete con materiale che ci è stato fornito da falegnamerie esterne alla scuola. Nel nostro istituto scolastico, noi lavoriamo il legno e svolgiamo numerose attività artigianali e manuali, come previsto dal metodo pedagogico Steiner – spiega la maestra Zoncada – Inoltre, i genitori partecipano attivamente alle iniziative scolastiche, offrendo il proprio supporto in numerose occasioni. L’idea di questo progetto è nata all’interno di una commissione riapertura, composta proprio da insegnanti e genitori che, in sinergia, sin da subito si sono messi all’opera per la realizzazione dei nuovi banchi. Calcolando le metrature, nell’ottica delle nuove norme sul distanziamento sociale, ci siamo resi conto di non poter più utilizzare i banchi doppi. E, per non arrivare impreparati al rientro in classe, da noi previsto il 7 settembre, nel giro di due settimane, tra luglio e agosto, abbiamo realizzato i nuovi banchi in numero sufficiente a soddisfare i bisogni degli studenti di elementari e medie del nostro istituto. Per quanto riguarda le superiori, invece, il problema non si è posto, in quanto i banchi erano già monoposto. Un progetto svolto nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anti-contagio, che ha coinvolto 60 genitori e una decina di insegnanti“.
La scuola Steiner di Milano, applicando il metodo pedagogico Steiner, stimola e ricrea quotidianamente una comunità che include insegnanti, genitori degli alunni e gli stessi ragazzi. “I genitori dei nostri studenti partecipano alle attività scolastiche mettendo a disposizione la propria professionalità e ricreando una comunità sociale che, al tempo stesso, è assolutamente interconnessa con l’esterno“, conclude la maestra Zoncada.