Dalla collaborazione tra il Comune di Milano e British Telecom è nata “l’aula del futuro” dell’Istituto comprensivo “Giusti”. Dove, due volte a settimana, tutti gli studenti possono sperimentare la didattica innovativa
Dal 2.0 siamo ormai sbarcati al 3.0. La rivoluzione delle scuole digitali è arrivata all’istituto comprensivo “Giusti” di Milano dove nei giorni scorsi è stata inaugurata l’aula del futuro. Niente più banchi e sedie di legno, libri e quaderni, lavagna d’ardesia; niente più vecchi personal computer e lezioni frontali. L’aula del futuro va di pari passo con una didattica 3.0 capace di mettere in gioco gli insegnanti e i dirigenti delle scuole. All’istituto milanese l’hanno capito subito sia i ragazzi sia i docenti.
Sedie mobili, tablet, videoproiettore
Basta dare un’occhiata alla classe: al posto delle sedie ci sono delle comode poltroncine mobili e girevoli che permettono ai ragazzi di passare in maniera agevole da una situazione all’altra, da una lezione frontale ad un lavoro di gruppo. La lavagna multimediale fa bella mostra alla parete e i libri sono stati sostituiti dai tablet. Ma non basta questo. La strumentazione ha bisogno di infrastrutture digitali che consentano di fare lezioni all’avanguardia: l’aula 3.0 è dotata della copertura Wi-Fi ed è collegata alla Rete in fibra ottica del Comune del capoluogo lombardo. C’è di più: l’aula ha anche un videoproiettore HD in 16/9, una lavagna multimediale dotata di applicazione per la produzione, distribuzione e condivisione in aula dei contenuti didattici fino a 35 device e una piattaforma di Content Delivery in “cloud” accessibile sia in aula sia all’esterno attraverso la Rete.
Un tablet per ogni bambino nell’aula
Il tutto è stato pensato mettendo al centro l’alunno e i suoi bisogni d’apprendimento digitale: non è un caso che l’accesso a Internet sia controllato attraverso una protezione centralizzata che garantisce un sicuro e corretto uso della navigazione in ogni momento. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il Comune di Milano e British Telecom che ha finanziato l’opera, ha permesso l’acquisto di trenta tablet con apposito armadio di ricarica. Una dotazione preziosa per la scuola che (essendo un istituto comprensivo) ha pensato di sperimentare l’apprendimento digitale con tutti i suoi utenti: dai bambini di sei anni a quelli di tredici. Ogni classe, dalla prima elementare alla terza media, farà lezione almeno due volte la settimana, nell’aula 3.0.
Tutto archiviato nella “nuvola”
Un’esperienza nuova per gli alunni visto che potranno toccare con mano la “Didattica per scenari”, la “Flipped Classroom” e la tecnologia a supporto dell’Active Learning. Il cloud, accessibile sia in aula sia all’esterno, permetterà l’archiviazione in sicurezza di documenti, compiti, ricerche oltre alla loro condivisione in qualsiasi momento sia per gli studenti che per gli insegnanti. In tutto questo c’è un elemento non di poco conto da tenere in considerazione: l’aula 3.0 arriva in un istituto dove quasi il 30 per cento degli iscritti ha origini cinesi. Una sfida che guarda agli alunni con cittadinanza non italiana come una “risorsa” preziosa, capace di dare un contributo importante all’interno del sistema d’istruzione.