Un nuovo modello per incubare startup, offrendo uno spazio strutturato per accelerare la crescita di talenti. E un nuovo punto di riferimento culturale per la città
L’idea che c’è alla base di Digital Tree – un nuovo spazio dedicato all’innovazione frutto della collaborazione tra Comune di Genova, Softjam e Mixura, e che tra i suoi partner conta già nomi come Microsoft e Polihub – è diversa da quella che siamo abituati a vedere applicata agli acceleratori d’impresa. Sarà, o forse è meglio dire che è già visto che è stato ufficialmente inaugurato nel capoluogo ligure, un punto di attrazione per talenti che operano in un settore emergente della tecnologia: l’intelligenza artificiale. A loro sarà data la possibilità di crescere e fare impresa in un contesto pensato per aiutarli a scalare rapidamente. E, al contempo, potranno restituire al territorio parte delle competenze che hanno sviluppato.
Un modello verticale
Al contrario degli acceleratori e incubatori di impresa che siamo soliti incontrare, Digital Tree si concentra su un verticale tecnologico preciso: alla base c’è la convinzione di Andrea Pescino, CEO di Softjam, che l’intelligenza artificiale e il cognitive computing saranno alla base di moltissima innovazione prossima ventura e dei prodotti che più di altri faranno compiere a chi li sviluppa e chi li utilizza un passo avanti significativo sul mercato.
Non stiamo parlando di intelligenza artificiale da film hollywoodiano, quella onnisciente e onnipotente: parliamo di nuovi algoritmi che sfruttano l’enorme disponibilità di dati che oggi abbiamo nella pancia dei nostri cloud, privati e pubblici, che possono essere analizzati per trasformarli in conoscenza a valore aggiunto. Oppure si possono trasformare negli strumenti che realtà come Pillo, una delle prime startup che avrà uno spazio a disposizione nel nuovo palazzo Digital Tree, può utilizzare per creare un prodotto che interagisce in modo naturale con l’utente finale.
Chiacchierando con Marco Bressani, CEO di Mixura e amministratore di Digital Tree, abbiamo capito qualcosa di più del modello del nuovo incubatore: potremmo sintetizzarlo in “pochi ma buoni”, ci saranno 5 startup per volta ospitate nel nuovo stabile concesso dal Comune per l’iniziativa e rimesso completamente a nuovo con un investimento immobiliare importante, e a ciascuna sarà chiesto di compiere il proprio programma di accelerazione nell’arco di mesi e non di anni. Digital Tree non investirà direttamente nelle startup: il modello non prevede l’acquisizione di equity in cambio di finanziamenti, bensì soltanto l’offerta di una piattaforma in cui crescere – eventualmente anche fruendo di finanziamenti provenienti dall’esterno individuati con il supporto di Digital Tree e dei suoi partner.
L’obiettivo è quello di lavorare a prodotti capaci di scalare in fretta facendo leva sulle competenze tecniche offerte da Softjam, che ha spostato la sua sede all’ultimo piano dello stabile, e alla formazione di alto livello messa a disposizione dell’Accademy che svolgerà il proprio lavoro al primo piano del palazzo. L’Accademy citata, inoltre, offrirà sia classi e corsi pensati per un’istruzione d’alto livello (parliamo di post-laurea e post-dottorato), così come corsi introduttivi per i bambini per avviarli verso lo studio delle STEM anche attraverso l’impiego di strumenti come Minecraft o altri ausili multimediali.
La stessa struttura dello stabile, che al piano terra avrà anche spazio a disposizione per attività aperte al pubblico, è stata rivista per aumentare lo scambio e i passaggi di cervelli tra un piano e l’altro: non ci sono muri a separare gli spazi, c’è un ampia balconata centrale che fa entrare la luce in tutta l’altezza del palazzo, la vecchia infrastruttura è stata rinnovata e ammodernata per renderla funzionale e tecnologicamente al passo coi tempi. Un piccolo spazio del secondo piano sarà riservato ad alcune postazioni di co-working, ma non si tratterà dell’attività principale di Digital Tree: il focus resterà sull’AI, sullo sviluppo di nuove imprese e sulla possibilità di approfondire la preparazione dei tecnici residenti grazie all’Accademy.
Le prossime tappe di Digital Tree
Il 9 febbraio 2018 parte la prima call Digital Tree per startup: come detto si concentrerà su idee e imprese legate all’intelligenza artificiale, con iniziative in fase early stage da accelerare e rendere in grado di camminare sulle proprie gambe in tempi relativamente brevi.
Il calendario dei prossimi mesi sarà piuttosto fitto: primo appuntamento 26 febbraio per un’iniziativa organizzata assieme a Università di Genova, una “giornata di nutrimento culturale”, a cui seguirà il 27 febbraio il primo MeetUp D3 dedicato ad AI e Cloud in cui il relatore sarà Fabio Santini di Microsoft.
Divertente il nome coniato per una giornata organizzata il 7 marzo, pensata per raccontare agli imprenditori la trasformazione digitale: Smart Focaccia. Il 10 marzo poi la prima delle iniziative per i ragazzi, corso di coding per bambini basato su Minecraft, che farà da pilota per analoghi programmi successivi (comprese delle scuole estive) che Digital Tree organizzerà. Poi il primo BootCamp per startup, 10 e 11 marzo, che aprirà le porte del palazzo ai cittadini di Genova.
Perché Genova
La scelta di andare a posizionare a Genova un centro di ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale può sembrare azzardata. Ma discutendo con i docenti dell’università della città, così come con chi ha scelto di impegnarsi in questa avventura, si scopre un particolare interessante: a Genova c’è da tempo una formazione d’eccellenza legata all’intelligenza artificiale e alla robotica, ci sono ottimi ingegneri e informatici che vengono sfornati dall’ateneo ligure e che si spostano poi verso altre città (o altre nazioni) per far fruttare le proprie competenze. La decisione di creare un luogo di attrazione per questi cervelli, altrimenti in fuga, in una città che resta a pochi chilometri di distanza da Milano e Torino è una mossa calcolata.
Ci sono poi anche altri fattori da tenere in considerazione. La scelta del nome della nuova realtà, Digital Tree, non è casuale: l’idea di Pescino e Bressani, assieme ovviamente ai partner già citati a cui vanno unite anche università come quelle di Roma, Milano, Catania, è che l’albero digitale di Genova possa presto gemmare e dare vita a realtà analoghe in altri luoghi e con altri verticali tecnologici al centro del progetto. Questo significa mettere alla prova un modello che punta a sostenersi economicamente e anzi a produrre utili già a partire dal secondo anno di attività, che possa fare leva sulle diverse competenze dei distretti italiani per rispondere alle esigenze del tessuto produttivo locale.
Digital Tree è una scommessa fatta da due imprenditori, col sostegno di partner di elevata caratura e delle istituzioni (Regione Liguria ha varato un piano da oltre 50 milioni di euro per puntare su queste iniziative), per dare vita a un modo diverso di fare R&D in Italia: con uno sguardo alle esigenze dell’industria locale, ma con il focus su quanto è lo stato dell’arte della tecnologia.