Sapere tacere, sapere dire di no, gestire le priorità, avere capacità d’ascolto e migliorare il proprio sonno, sono solo alcune delle competenze difficili da imparare ma che una volta apprese ci porteranno ad un successo personale sul lungo periodo
Oggi siamo così presi dalle urgenze quotidiane, che non dedichiamo mai abbastanza tempo per sviluppare o rafforzare quelle abitudini, abilità e competenze fondamentali per il nostro successo personale e professionale. Consapevoli che il tempo che abbiamo a nostra disposizione per imparare non è infinito.
Per questo motivo Travis Bradberry, docente di intelligenza emotiva e leadership ci indica in un interessante articolo su Forbes quali sono le sette competenze necessarie per aver successo sul lavoro (e non solo). Sette competenze che sarà difficile imparare perché si tratta per lo più di “competenze sociali”, ma che una volta fatte nostre ci ripagheranno per tutta la vita. Un vero e proprio investimento, insomma.
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1. Sapere quando tacere
Mia nonna diceva: prima di dar fiato alla bocca, conta fino a dieci. In sintesi: bisogna sapere quando è il caso di tacere.
Quante volte ci sarà capitato di essere in disaccordo con quanto detto da un collega o peggio ancora dal capo? Tante, troppe. E quante volte abbiamo reagito d’istinto argomentando circa le nostre ragioni, per poi pentircene il giorno dopo? Tante, troppe.
La prima competenza d’oro da imparare (che ci ripagherà per tutta la vita) è sapere quando tacere.
Di solito l’esercizio più complesso quando si è al centro di una discussione in ufficio non è dare sfogo ai propri istinti, ma saper governare le proprie emozioni con saggezza e lungimiranza, questa è la vera sfida.
Certo voler dimostrare di aver ragione è nella natura umana, ma ci siamo mai chiesti quanto questo atteggiamento si sia rivelato proficuo ed efficace per noi?
Poco, molto poco.
A volte mordersi la lingua in situazioni critiche: è la soluzione migliore, che ci ripagherà sul lungo termine.
2. Intelligenza emotiva
La seconda competenza chiave che potremmo definire una competenza sociale e interpersonale: è l’intelligenza emotiva.
Gestire le proprie emozioni e riconoscere quelle altrui potrebbe farvi fare carriera molto prima di quanto pensiate. Stiamo parlando dell’intelligenza emotiva, che nel mondo del lavoro sta conquistando sempre più considerazione.
L’intelligenza emotiva è stata inserita tra le prime dieci competenze richieste entro il 2020 dal World Economic Forum. Ricercata dai recruiter e incoraggiata dagli imprenditori è oggi un vero e proprio must.
Daniel Goleman, psicologo americano, l’ha definita come la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, ma anche la capacità di saper gestire le emozioni in modo efficace.
Una qualità più rara di quanto si possa pensare. Esserne consapevoli porta a comprendere la necessità di esplorare le emozioni sul posto di lavoro, motivo per cui l’intelligenza emotiva è diventata un’abilità chiave di aziende e leader che se coltivata attraverso programmi ad hoc può migliorare anche del 70%.
Creare un ambiente di lavoro in grado di stimolare l’intelligenza emotiva sta diventando centrale.
La maggior parte delle persone di successo possiede un buon livello di intelligenza emotiva: come dire che può anche peccare di intelligenza, ma l’intelligenza emotiva compensa quella mancanza.
3. Gestione del tempo (e delle priorità)
Spesso ci è capitato di dare più valore alle cose urgenti, ma che non sono importanti. Imparare a gestire il tempo in modo efficace è la terza competenza chiave per il nostro successo personale.
A tutti capita di non saper decidere quale cosa fare prima di un’altra, specialmente sul posto di lavoro. A chi non è mai capitato di fare urgentemente cose che non avevano alcuna importanza, infatti molto spesso il nostro tempo è controllato dalle cose che sono urgenti ma che non sono importanti perché diamo più valore alle cose urgenti anche se non importanti, piuttosto che a quelle importanti ma non urgenti.
“La cosa importante è raramente urgente e ciò che è urgente è raramente importante”
È opportuno precisare innanzitutto che importante è un concetto soggettivo: ciò che è importante per te può non esserlo per qualcun altro, ed inoltre ciò che è importante oggi può non esserlo domani oppure in un altro momento. Le priorità sono legate ai nostri valori, principi ed obiettivi, e possono quindi essere diverse per ciascuno di noi.
Imparare a gestirle con la consapevolezza della nostra scala di valori è quindi fondamentale per una efficace gestione del tempo, soprattutto quando si lavora in team.
Il concetto di urgente, invece, è oggettivo, e dipende unicamente dalla variabile tempo. Va applicato quindi a quelle attività che richiedono attenzione immediata o comunque a brevissima scadenza.
4. Capacità d’ascolto
Stephen Covey ha detto: “La maggior parte di noi non ascolta con l’intento di capire. Ascoltiamo con l’intento di rispondere.”
La capacità di ascolto è la quarta competenza chiave.
Buddha dice: “Se la tua bocca è aperta, non stai imparando” e Calvin Coolidge aggiunge: “Nessuno è mai stato licenziato perché ascoltava troppo.”
Allora, perché mai non ci ascoltiamo l’un l’altro? Forse perché preferiamo parlare. Parlare vuol dire avere il controllo. Non si deve ascoltare niente che non interessi. Parlare significa essere al centro dell’attenzione. Una persona in media parla a circa 225 parole al minuto, ma è anche vero che possiamo ascoltare a un ritmo di circa 500 parole al minuto. Riuscire ad ascoltare, significa avere una conversazione di qualità.
L’ascolto è una competenza che si può sviluppare a partire dalla volontà di comprendere realmente l’interlocutore e di stabilire un’alleanza e richiede un grande impegno e doti di autenticità individuale e di accettazione di chi abbiamo di fronte.
5. Saper dire NO
Fin da bambini siamo stati educati a essere disponibili con gli altri e a dire di sì alle pretese altrui, ma da adulti l’eccessiva disponibilità nei confronti delle richieste di chi ci sta intorno può trasformarsi in una vera e propria trappola. Si rischia, infatti, di compiacere costantemente gli altri senza tener conto di ciò che vogliamo veramente. Ci si ritrova così a mettere da parte se stessi, accantonare i bisogni più profondi e a smettere di ascoltare i desideri più intimi.
Una ricerca condotta presso l’Università della California, a San Francisco, ha dimostrato che maggiore è la difficoltà di dire no, maggiore è la probabilità di provare stress, e a volte persino depressione.
Dire di no è una grande sfida per molte persone.
Imparare a dire di NO, ti libera da vincoli inutili e soprattutto libera il tuo tempo e le tue energie per cose più importanti della vita.
Saper dire di no significa apparire determinati e sicuri di se stessi, in questo modo si hanno maggiori possibilità che le nostre opinioni e richieste vengano prese in considerazione da chi ci sta intorno.
6. Un sonno di qualità
Si dice che un sonno di qualità faccia bene a testa e fisico. E infatti secondo una recente ricerca dell’Università di Rochester, quando si dorme il cervello rimuove le proteine tossiche: sottoprodotti dell’attività neurale di quando si è svegli.
Il nostro cervello tuttavia può rimuovere in modo adeguato le proteine tossiche solo quando abbiamo un sonno di qualità sufficiente.
Quando non si dorme bene, le proteine tossiche rimangono nelle cellule cerebrali, causando il caos e in ultima analisi compromettendo la capacità di pensare in modo lucido. Tutto ciò rallenta la capacità di elaborare informazioni e risolvere problemi, soffoca la creatività e aumenta la reattività emotiva.
Ecco perché riuscire ad ottenere un sonno di qualità elevata e regolare è una competenza chiave che una volta ottenuta ci ripagherà in serenità per tutta la vita.
7. Essere positivi
C’è chi dice che per avere successo occorre avere attitudini positive e pensiero positivo. Di sicuro le persone positive raggiungono molto più facilmente i loro obiettivi.
Essere positivi è un prerequisito necessario per affrontare le sfide della vita personale e professionale. E guardare il bicchiere mezzo pieno è sempre un approccio che alla lunga ripaga.
Mettere sul tavolo oltre a idee, progetti e soluzioni, la positività: il “ce la facciamo”, “andrà bene”, “sarà un successo”. Aiuta a concretizzare gli obiettivi.
Si dice che un sorriso apra tante porte, ed in fondo è vero. Se sei positivo, gli altri ti restituiranno positività. Non sempre è così, ma di certo il muso duro, quando fa ottenere le cose, costa anche a chi lo esercita e non solo a chi lo subisce.