Il rapporto 2019 Invalsi presentato a Roma ci racconta i risultati ottenuti dai ragazzi
Un’Italia divisa in due, dove i ragazzi con cittadinanza non italiana arrancano e dove conta ancora la famiglia di provenienza. E’ questa la fotografia che ci consegna il rapporto 2019 dell’Invalsi presentato stamattina a Roma.
Il divario tra nord e sud
Partiamo dall’italiano. Guardando agli esiti dal grado 2 (seconda elementare) al grado 13 (quinta superiore) , si può constatare che in seconda primaria non emergono differenze significative fra le macro-aree. In quinta primaria, invece, due aree, il Nord Ovest da una parte e il Sud e Isole dall’altra, si discostano significativamente dalla media nazionale, la prima in positivo, la seconda in negativo: la differenza che le separa è a questo stadio del percorso scolastico di 12 punti. Complessivamente, tuttavia, nella scuola primaria le differenze tra le diverse zone geografiche dell’Italia sono modeste e per lo più non significative in termini statistici. Inoltre, in questo grado d’istruzione, sono alcune regioni del Centro e del Sud ad avere i risultati migliori, superando le regioni del Nord-Italia. In terza secondaria di primo grado il quadro comincia a mutare e ad assumere la configurazione che ci è nota anche dai risultati delle indagini internazionali: le due macro-aree settentrionali ottengono risultati significativamente al di sopra della media italiana, il Centro consegue un risultato in linea con la media nazionale e le due macro-aree meridionali e insulari registrano risultati significativamente al di sotto di essa. Nella scuola secondaria di secondo grado, il quadro delineatosi al grado precedente si consolida e il divario tra il nord e il sud cresce ulteriormente.
9 punti in meno in matematica
Per quanto riguarda la matematica nella scuola primaria non vi sono sostanziali differenze nei risultati delle macro-aree; soltanto il Sud e Isole in quinta primaria registra una differenza in negativo di circa 9 punti rispetto alla media nazionale. Da notare che nella scuola primaria sono per lo più regioni del centro (Umbria e Marche) e del sud (Basilicata e Molise) ad ottenere i risultati migliori. È a partire dalla scuola secondaria di primo grado che si manifesta una significativa divergenza nei risultati del nord da una parte e del meridione e delle isole dall’altra, mentre il Centro perde via via terreno rispetto alle due macro-aree del nord conseguendo risultati che non si differenziano dalla media dell’Italia. Nella scuola secondaria di secondo grado, il divario tra il nord e il resto d’Italia invece appare in ulteriore aumento.
Infine l’inglese. Come sono andate le rilevazioni per il secondo anno della prova di lingue? I risultati delle prove d’inglese rispecchiano le differenze tra le macro- aree dell’Italia analoghe a quelle osservate in italiano e in matematica, differenze che iniziano a comparire già nel grado 5 e che si ampliano via via passando da questo grado scolare al grado 8 e poi al grado 13.
Come se la cavano gli studenti stranieri
Discorso a parte per gli alunni stranieri: in tutti i gradi scolari gli alunni stranieri ottengono in italiano e in matematica punteggi nettamente più bassi di quelli degli alunni italiani. Le distanze tra gli uni e gli altri tendono però a diminuire nel passaggio tra la prima e la seconda generazione d’immigrati e nel corso dell’itinerario scolastico, in particolare in matematica, materia dove pesa di meno la padronanza della lingua del Paese ospitante: in terza secondaria di primo grado, classe terminale del primo ciclo d’istruzione, la differenza tra italiani e stranieri di seconda generazione è, a livello nazionale, di 18 punti circa in italiano e di 9 punti in matematica.
La famiglia in Italia continua ad avere il suo peso: a parità di risultati scolastici, in particolare quando questi non sono brillanti, uno studente con uno status sociale elevato sceglie più facilmente una scuola di tipo liceale rispetto a uno studente di condizione famigliare più modesta. “Quella tra status socio-economico-culturale e risultati nelle prove Invalsi – spiegano i ricercatori – è una semplice associazione e non implica un rapporto di causa-effetto. L’esistenza di una relazione tra queste due variabili, l’Escs e il risultato nelle prove, non significa che uno studente di origini modeste abbia necessariamente bassi risultati e che gli studenti che hanno alle spalle una situazione avvantaggiata socialmente ottengano sistematicamente alti risultati, ma solo che, mediamente, gli alunni che partono da condizioni più favorevoli conseguono migliori risultati degli alunni svantaggiati e viceversa.
Un’ultima considerazione va fatta per il genere: le ragazze tendono a essere più brave nelle materie linguistiche, i ragazzi in matematica. In quinta primaria le femmine in italiano superano i maschi di 9 punti, mentre una differenza di 6 punti si registra, ma a parti rovesciate, in matematica, dove sono i maschi ad avere il punteggio più alto. In inglese, sia nell’ascolto che nella lettura, le femmine conseguono un risultato migliore rispetto ai maschi, di 4 punti nel primo caso e di 6 punti nel secondo. In terza secondaria di primo grado la differenza tra maschi e femmine si attesta a 9 punti in italiano e a 3 punti in matematica, a vantaggio nel primo caso delle femmine e nel secondo dei maschi. In inglese, come già in quinta primaria, le femmine ottengono un punteggio più alto dei maschi di 7 punti nella prova di ascolto e di 8 nella prova di lettura.