La nuova scuola di Pacentro, in provincia de L’Aquila, è stata realizzata con un percorso partecipativo che ha coinvolto i cittadini del Comune. Il progetto è stato affidato all’architetto Mario Cucinella: l’istituto sarà antisismico e a risparmio energetico
Durante il forte terremoto che ha scosso L’Aquila nel 2009, è stata colpita anche la scuola elementare di Pacentro, un borgo nella provincia di 1.200 abitanti, che fa parte del Parco Nazionale della Majella. Pacentro è famoso per la “Corsa degli Zingari”, dove si corre a piedi nudi giù dalla montagna la prima domenica di settembre. Ultimamente, però, il paese si sta facendo conoscere anche per un progetto rivoluzionario: la sua nuova scuola antisismica, realizzata con un percorso partecipativo che ha coinvolto i cittadini del comune. Oltre alle aule per la didattica, il nuovo istituto avrà degli atelier per insegnare le arti, un orto e un’agorà centrale che servirà come spazio per la socialità ed anche come punto di raccolta in caso di eventi sismici. La progettazione della scuola è stata affidata all’architetto Mario Cucinella, in collaborazione con Indire, e le associazioni VIVIAMOLAq, Progetto Lap e ActionAid. La caratteristica principale dell’istituto resterà sempre il modo in cui è nato: con il contributo degli abitanti di Pacentro, dei bambini e delle bambine, che attraverso diversi incontri hanno partecipato alla costruzione della “scuola del futuro” nel cuore della Majella.
Sostenibilità e innovazione
La nuova scuola elementare e media di Pacentro fa parte del Piano “Scuole d’Abruzzo – Il futuro in sicurezza”, avviato dopo il terremoto per il miglioramento degli edifici scolastici della Regione. Nell’ambito di questo Piano, il Comune di Pacentro ha ricevuto un finanziamento di 640 mila euro, che verrà utilizzato per ricostruire interamente la scuola secondo i canoni dell’edilizia scolastica moderna, con soluzioni per il risparmio energetico e più integrazione con l’ambiente esterno, soprattutto tenendo conto delle caratteristiche antisismiche. Il progetto della nuova scuola dà molta importanza agli spazi dedicati alla socializzazione e alla condivisione, e prevede anche dei locali tecnici come una centrale termica esterna per l’approvvigionamento energetico. La scuola potrà accogliere 50 bambini per la primaria e 35 per la secondaria: l’intento è quello di rendere Pacentro un luogo attrattivo anche per i piccoli provenienti dai paesi limitrofi, puntando sulle caratteristiche innovative del nuovo istituto.
Partecipazione e condivisione
Il percorso partecipativo per la realizzazione della scuola è cominciato il 30 agosto 2015. Si è partiti da una serie di questionari e interviste a persone che sul territorio si occupano di scuola, artigianato e turismo. E’ stata organizzata una “Settimana della Partecipazione” (dal 30 agosto al 5 settembre 2015) ed è stata allestita la mostra interattiva “Scuole Possibili” per stimolare i cittadini e offrire loro la possibilità di conoscere edifici scolastici innovativi di tutto il mondo. In seguito sono stati organizzati 3 laboratori di architettura partecipata durante i quali ha preso forma il progetto per la nuova scuola. Sui questionari e sulla definizione degli approcci didattici innovativi che saranno attuati nella scuola, è stato coinvolto l’Indire, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. La mostra “Scuole Possibili” illustra vari esempi di scuole d’avanguardia nel mondo ed alla fine ci sono delle “stanze della partecipazione” nelle quali i visitatori possono lasciare le proprie osservazioni.
La scuola come una piazza
“L’architettura è immobile, ma viaggia nella memoria, e in questa nuova scuola i bambini si riconosceranno proprio perché hanno contribuito a realizzarla” ha detto l’architetto Mario Cucinella alla presentazione del progetto per la nuova scuola di Pacentro. La nuova scuola è intesa dall’architetto come una “piazza”, un centro civico, un luogo dove si va per apprendere, ma anche per incontrare gli altri e svolgere molte attività (dalle letture in biblioteca alle attività teatrali) extra rispetto al programma scolastico. Fare scuole belle, per Cucinella, è “un dovere. Perché la scuola è la prima forma di educazione di quelli che saranno gli adulti di domani”.