Dietrofront dal Ministero dell’Istruzione: il cellulare potrà tornare nelle aule scolastiche, il vecchio divieto sarà archiviato
“Gli smartphone torneranno tra i banchi”. Ad annunciare la rivoluzione è il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone deciso ad archiviare la circolare del 2007 firmata dall’allora inquilino di viale Trastevere, Giuseppe Fioroni, che bandiva l’uso dei telefonini durante le attività didattiche. Faraone con un atto di coraggio che ha destato da subito le critiche dei conservatori della didattica tradizionale, ha dato una svolta ad un concetto di fondo che faceva da fondamenta alla circolare dell’allora ministro. Fioroni scriveva: “Durante le ore di lezione l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando pertanto un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi”.
Usare i dispositivi per tutte le materie
Al di là dei dati statistici sull’uso dei cellulari da parte delle giovani generazioni (ormai scontati), siamo di fronte ad un approccio totalmente diverso da parte del ministero nei confronti dei cellulari. Per Fioroni sono “distrazione”, “disvalore” mentre per l’onorevole siciliano rappresentano un ausilio, un aiuto persino per gli allievi disabili: “Immagino un uso virtuoso di smartphone e tablet da parte degli studenti nella lettura dei testi in classe o per svolgere i compiti a casa. E per i prof – ha spiegato Faraone – significa arricchire moltissimo le possibilità della didattica oggi limitate. Vorrei un uso orizzontale dei dispositivi, spalmato su tutte le materie con la collaborazione dei docenti. Per tutti i giovani con disabilità sarebbe il modo più immediato per eliminare le barriere e migliorare le loro capacità di apprendimento. Me ne sono reso conto con mia figlia Sara, autistica”.
Adeguarsi ai cambiamenti
Nel 2007 si proibiva oggi si promuove l’uso della tecnologia. Non solo il sottosegretario Faraone, a partire dalla propria esperienza, ha compreso come Whatsapp possa essere persino utile a chi vive una situazione di difficoltà relazionale. In dieci anni la società è cambiata dal punto di vista digitale e la scuola stessa ha il dovere di adeguarsi. Oggi, l’85% della popolazione mondiale ha accesso alle comunicazioni mobili ed entro il 2020 sono previsti 50 miliardi di dispositivi connessi e 3,5 miliardi di nativi digitali, circa il 50% della popolazione. Uno studio Ericsson, “Learning and Education in the Networked Society”, mostra come l’introduzione dell’Ict nelle scuole incida su sei aree principali, tre che riguardano lo spazio fisico e tre che riguardano i comportamenti degli utenti.
Il digitale a scuola
Primo. Gli strumenti: cambiano i mezzi con cui si accede ai contenuti scolastici. Secondo. Soluzioni tecnologiche: la connettività di rete e le soluzioni per la gestione dei contenuti, la comunicazione e l’interattività sono diventate determinanti per le scuole. Terzo. Lo spazio di lavoro: i telefoni cellulari, i computer portatili e i tablet stanno rendendo obsoleto il banco di scuola così come lo conosciamo. Quarto. Il metodo di lavoro: l’idea che gli studenti debbano svolgere un compito specifico in un momento preciso è una modalità di lavoro basata sui bisogni della società industriale. L’apprendimento basato su progetti diversi è più allineato con lo scenario attuale della società dell’informazione. Quinto. Le relazioni: gli insegnanti sono e rimarranno una parte essenziale dell’educazione, ma il loro ruolo sta cambiando; il docente, infatti, grazie alle nuove modalità di apprendimento, si sta trasformando da “saggio sul palco” a “guida che sta al fianco dello studente”. Grazie alla tecnologia i genitori sono più coinvolti nel processo di apprendimento dei propri figli e hanno un contatto più diretto con insegnanti e dirigenti scolastici. Sesto. Le competenze e la conoscenza: la scuola prepara i giovani al futuro. Leggere, scrivere e fare calcoli aritmetici saranno sempre importanti, ma in un mondo dove è possibile accedere a informazioni, testi e a contenuti audio e video ovunque e in qualsiasi momento, agli studenti sono richieste competenze sempre nuove.