I ricercatori del King’s College di Londra hanno verificato che l’effetto congiunto di diverse varianti genetiche può definire il comportamento scolastico dei ragazzi e segnalare così in quali casi intervenire per supportare chi rischia di avere difficoltà
Non tutti credono che per la scuola si sia semplicemente “portati”. In molti ritengono che la disposizione allo studio dipenda dall’impegno o al massimo dall’ambiente familiare e culturale frequentato. Eppure i ricercatori del King’s College di Londra del Regno Unito hanno appena concluso uno studio che sembra ribaltare queste convizioni. Sono arrivati alla conclusione che i segni di un futuro successo scolastico possano essere letti addirittura nel Dna. Dallo studio di linee genetiche contenenti 20mila varianti di Dna, i ricercatori hanno dedotto che sia possibile prevedere la riuscita scolastica dei ragazzi dal loro patrimonio genetico. A detta degli studiosi, il Dna sarebbe molto più indicativo in quest’ambito che sul sesso e sulla determinazione dei bambini a impegnarsi per ottenere risultati a lungo termine.
Le varianti genetiche che ti fanno andare bene a scuola
Lo studio ha riguardato 5825 individui nel Regno Unito di età compresa tra i 7 e i 16 anni. I ricercatori hanno dimostrato che le varianti genetiche spiegano quasi il 10 percento delle differenze nella realizzazione dei ragazzi a 16 anni. Potrebbe sembrare una percentuale irrisoria ma se si considera che il genere incide sul comportamento scolastico solo per l’1 per cento, si può meglio comprendere la portata della scoperta. Anche altri studi precedenti erano andati in questo senso. Più alto è il livello di poligenia di un soggetto (la presenza o l’assenza di determinate varianti genetiche ndr), più alta sarà la possibilità che quell’individuo riceva voti che rasentano l’eccellenza. E che vada riesca a continuare il percorso scolastico fino all’uniersità. Ciascuna variante genetica ha un effetto minimo sul comportamento dei ragazzi. Ma la loro compresenza può determinare delle sostanziali differenze nel rendimento.
Prevedere le difficoltà di apprendimento
La ricerca pubblicata su Molecular Psychiatry vuole andare anche oltre alla previsione dei voti. Saskia Selman che è una delle ricercatrici che hanno firmato la scoperta si dice convinta che la valutazione genetica servirà anche a prevedere altri disturbi: «Noi crediamo che molto presto i punteggi di poligenia saranno utilizzati per identificare i soggetti che hanno un rischio maggiore di sviluppare difficoltà di apprendimento». Il professore Robert Plomin, altro scienziato coinvolto nella ricerca, ha aggiunto: «Siamo in un momento decisivo per prevedere i punti di forza e di debolezza nell’educazione degli individui a partire dal Dna».
«Non è determinismo genetico»
Questo genere di previsioni non serve solo a soddisfare la curiosità di genitori e insegnanti, chiaramente. Può essere un valido supporto per intervenire in caso di problemi e di predisporre un supporto personalizzato secondo le esigenze di ciascun individuo. Gli studiosi continuano a lavorare per portare la capacità di prevedere i risultati scolastici con il Dna al 30 per cento. La ricerca è comunque suscettibile di critiche visto che potrebbe portare a etichettare come fallimenti scolastici dei ragazzi solo in base al loro patrimonio genetico. Selman, però, precisa: «Non stiamo parlando di determinismo genetico. Vogliamo iniziare un dialogo così che le persone si interessimo alla questione».