Alice Waters è una chef attivista: intervenendo a Terra Madre Giovani ad Expo Milano 2015, ha ribadito l’importanza delle “edible education”. Nell’anno in cui gli orti scolastici compiono vent’anni
Insegnare a scuola come e cosa mangiare, e perché «quando mangiamo un hamburger proveniente da un fast food, interiorizziamo con esso anche i valori che porta con sé: impariamo che l’origine degli alimenti non ha importanza, che devono essere standardizzati e sempre uguali. Perciò il cibo industriale e il fast food sono un affronto alla democrazia». A dirlo, l’attivista americana vice presidente di Slow Food Internazionale e fondatrice del ristorante Chez Panisse, Alice Waters, che ha tenuto il 5 ottobre una masterclass a Terra Madre Giovani – We feed the Planet, la quattro giorni di dibattiti e confronti sui temi dell’alimentazione organizzata da Slow Food. «Dobbiamo cambiare il modo che le persone hanno di concepire il cibo e il modo migliore per farlo è educare fin da subito le nuove generazioni. Noi intanto dobbiamo farci valere e dare segnali importanti con proteste costruttive: questo bellissimo evento è un ottimo modo per farlo», ha detto la numero due di Slow Food.
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Chi è Alice Waters
Dopo l’apertura del ristorante negli Anni ’70, nel 1995 Waters ha dato vita a Edible Schoolyard, un grande orto aperto alla Martin Luther King Jr. Middle School di Berkley. Il 10 settembre scorso, Waters è stata premiata dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama con la “National Humanities Medal” per il suo impegno nell’educazione alimentare. A Chez Panisse, ha spiegato Waters, «cuciniamo solo con verdure di stagione prodotte dagli agricoltori locali che conosciamo di persona e di cui condividiamo la filosofia di vita. Ogni giorno andiamo a prendere le cassette con i loro prodotti e in base alla disponibilità decidiamo il menu: ciò è di grande stimolo perché io sono molto più creativa in cucina se non ho tutti gli ingredienti che vorrei, ma devo cucinare con quello che ho». E ancora, la chef attivista ha raccontato che «la cucina e i campi sono l’una l’estensione degli altri e viceversa, perciò dobbiamo essere coproduttori, per citare Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, perché l’85% del risultato in cucina è legato all’agricoltura. Avere ingredienti saporiti e nutrienti è fondamentale perché il gusto è ciò che rende il lavoro del cuoco davvero irresistibile per i clienti». Per questo, a Chez Paniss hanno deciso di inserire nel menu anche i produttori: «L’abbiamo fatto per festeggiarli, perché avessero un riconoscimento non solo economico del loro lavoro, e perché i clienti li potessero conoscere», ha detto Waters.
Con la famiglia Obama
Come ha detto la stessa Waters, Obama e sua moglie Michelle sono grandi sostenitori della sua filosofia, e «quando saranno liberi dai loro ruoli, lo saranno ancora di più». E in effetti, a sostenere la necessità di una vita più sana, con tanto sport e cibo salutare, è proprio la First Lady, che il 9 febbraio 2010 lanciò “Let’s Move”, il programma che vuole ridurre drasticamente l’obesità infantile nell’arco di una generazione: in quell’occasione, Michelle Obama disse che «la salute fisica ed emotiva di un’intera generazione, e la salute economica e la sicurezza della nostra nazione, sono in gioco» e che per lei «non è solo una questione politica. È una passione. Questa è la mia missione. Io sono determinata a lavorare con la gente in tutto il Paese, per cambiare il modo in cui una generazione di bambini pensa al cibo e all’alimentazione». Nel dicembre 2010, poi, Barack Obama firmò il “Healthy, Hunger-Free Kids Act”, una legge per far sì che le scuole pubbliche americane offrissero pasti più salutari nelle mense a decine di milioni di bambini. Altre iniziative della Casa Bianca sono il “Let’s Move! Child Care”, per far sì che i gestori degli asili offrano ambienti più salutari per la prima infanzia e il “Women, Infants and Children” (WIC), un programma federale che provvede all’alimentazione supplementare alle donne con basso reddito, ai loro bambini e ai neonati.
Da ex educatrice a cuoca
Prima di scoprirsi cuoca, Waters ha avuto un passato da educatrice fan del metodo Montessori:
Mi affascinava l’idea di insegnare ai bambini a essere in contatto con i loro sensi e le loro percezioni abbinando spezie con aromi diversi oppure riconoscendo la frutta solo al tatto
ha raccontato. Ed è stato grazie al suo ristorante che è riuscita a unire le due passioni: è nata così la edible education, un termine che, come ha spiegato la stessa Waters, «dovrebbe essere una materia da studiare a scuola. I bambini devono imparare la storia del territorio e le migliori pratiche agricole, devono sapere cosa si può piantare e quando, chiedersi davvero cosa stiamo mangiando».
Gli edible garden
Proprio dalla edible education è nato il progetto degli orti scolastici, che nel 2015 festeggiano i 20 anni di vita: oltre a Slow Food, sono coinvolte centinaia di scuole americane. Gli edible garden servono ad educare i consumatori e produttori di domani: «i ragazzi delle medie, dopo tre anni di scuola a stretto contatto con la cucina e l’orto, sanno cos’è l’agricoltura sostenibile, come si pianta un seme, come si fa il compost, e così via. Conoscono bene tutto il sistema e sanno come nutrirsi nel modo più semplice e salutare per loro», ha raccontato Waters. Ma importante è stata la riscoperta della convivialità del cibo: «Vi sembrerà strano, ma questi ragazzi durante i pasti rimanevano in silenzio dato che in famiglia non erano abituati a mangiare insieme. Vederli incontrarsi a chiacchierare durante un pasto per me è stata una grande conquista!», ha rivelato la cuoca.
L’educazione alimentare in Italia
In Italia l’educazione alimentare non è una materia curriculare, quanto più che altro un tema che affiancherà altre tematiche, come quella degli orti scolastici. A maggio 2015, la Camera dei Deputati aveva approvato alcune mozioni in materia di educazione alimentare nelle scuole e nello specifico il Governo si era impegnato a «proseguire iniziative volte alla promozione presso le istituzioni scolastiche di stili di vita attivi, attraverso il movimento e l’attività fisica quotidiana, nonché di percorsi mirati all’educazione ad una alimentazione sana, corretta, sostenibile per l’ambiente e altresì favorire la sensibilizzazione al corretto equilibrio tra consumo e rispetto del cibo, per rendere il consumatore consapevole degli sprechi alimentari di acqua, energia e dei loro impatti ambientali ed economico-sociali, ferma restando l’autonomia delle istituzioni scolastiche nella definizione dei piani dell’offerta formativa» (qui il resoconto completo). Insomma, nonostante gli appelli ad inserire l’educazione alimentare come materia di insegnamento nelle scuole di personaggi come l’agroeconomista e fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, la strada sembra ancora molto lunga.