Paolo Mirabelli, digital champion di Rende, racconta il CoderDojo che ha organizzato nella fiera dell’elettronica e dell’informatica di Rende
Un CoderDojo in una fiera commerciale è un evento inedito per la Calabria. “Abbiamo cominciato a fare CoderDojo nelle scuole a dicembre, ma questa era la prima volta che uscivamo dal clima ovattato delle aule per sperimentare un ambiente diverso”. Paolo Mirabelli, digital champion di Rende, racconta il CoderDojo che ha organizzato nella fiera dell’elettronica e dell’informatica di Rende. Un evento che ha avuto un “grande successo, nonostante ci fosse anche la fiera di San Giuseppe in concomitanza a Cosenza”, e che ha raccolto 123 ragazzi delle scuole medie di Cosenza e superiori di Castrovillari e di Catanzaro.
I ragazzi si sono incontrati per una due giorni dedicata alla programmazione. Hanno utilizzato Scratch, il linguaggio di programmazione didattico pensato proprio per l’insegnamento ed hanno avuto come tutor due digital champions: Paolo Mirabelli e Massimiliano Aiello.
“Chi veniva in fiera, vedeva che c’eravamo noi, andava a prendere i figli a casa e li portava. Anche i genitori si fermavano a guardare, ma a distanza. Guardavano ciò che si faceva, non erano lì per controllare i figli” spiega Mirabelli.
Le 5 frasi da ricordare
Massimiliano Aiello, invece, ha raccolto alcune frasi che ben riassumono l’ambiente del CoderDojo:
1. Chi non ci credeva che era gratuito. Businessman in campo ICT che chiede informazioni: “Si ma che vendete?… si ma dov’è la fregatura? Alla fine mi vendete il programma? E quanto costa?”.
2. L’informatica come Frankenstein. Studente infiltrato di 19 anni (aveva detto che ne aveva 17) di un IPSIA. Diceva che di informatica non ne voleva sapere. A metà lezione alza le braccia e sorridendo grida… SIII PUOOOO FAREEE (ed è stato l’ultimo ad andare via).
3. Nonni e droni. Ad una persona anziana che si avvicinava un po troppo ad un drone in volo ad altezza uomo gli viene gentilmente detto “Senta io sono assicurato e posso pagare danni a cose e persone… ma se si taglia la mano quella non gliela posso ridare”.
4. Insegnanti delusi. Professore che accompagna alcuni alunni: “Ma non capisco…in classe quando spiego non ci mettono tutto l’impegno che hanno messo qua”.
5. Nuovi amici. Un nonno accompagna il nipotino considerato per tanti “non normale”. Impagabile momento la commozione del nonno nel vedere che a metà corso il nipote si alza per aiutare il bambino al suo fianco. Continuando così fino alla fine.