Durante la maratona milanese delle STEM un incontro dedicato all’importanza della collaborazione tra giornalisti e ricercatori per raccontare le scoperte scientifiche al grande pubblico
Raccontare le novità che arrivano dal mondo della scienza, combinando divulgazione e accuratezza per avvicinare anche il grande pubblico: un obiettivo importantissimo anche se non sempre facile, che può essere raggiunto soltanto con una stretta collaborazione tra scienziati, ricercatori e giornalisti. È quanto hanno spiegato a Milano Enrica Battifoglia, coordinatrice del canale Scienza e tecnica dell’agenzia di stampa Ansa, e la Personal branding coach Francesca Parviero, in un incontro organizzato nell’ambito di #STEMinTheCity a cui hanno partecipato diverse scienziate che fanno parte della rete 100esperte.
Il network, nato con il sostegno della Fondazione Bracco, mette insieme cento donne che lavorano nei settori STEM (Scienza, Matematica, Ingegneria, Matematica), che sono “un modello etico e umano, e un incoraggiamento per le ragazze che vogliono avvicinarsi a questi campi ancora in gran parte maschili”, ha ricordato la presidente del progetto STEAMiamoci di Assolombarda, l’associazione che riunisce le imprese lombarde e che ha ospitato l’incontro.
Alle scienziate del pubblico, Parviero ha spiegato l’importanza di rappresentare al meglio se stessi, la propria personalità e professionalità sui social network: “Padroneggiare questi strumenti in modo consapevole non deve essere una tecnica – ha detto – ma un mindset, una forma mentale” che consenta di creare una rete di contatti di valore e di condividere contenuti che abbiano un valore per gli altri. È questo il modo per mettere in luce al meglio le proprie competenze, e riuscire ad accreditarsi come un punto di riferimento per i propri contatti sugli argomenti di cui ci si occupa.
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Iniziando da alcune donne simbolo del mondo della scienza – Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Elena Cattaneo, Fabiola Giannotti e Ilaria Capua – Battifoglia ha spiegato invece quali sono i nodi principali per fare una corretta informazione scientifica. Primo tra tutti, leggere molto e fare tutte le verifiche sulla correttezza dei contenuti. Poi però subentra la parte difficile: raccontare le nuove scoperte in un modo che sia al contempo accessibile a tutti, non impreciso, e che riesca a spiegare quali sono le prospettive aperte da una nuova scoperta.
Per riuscirci, ha concluso la giornalista, è fondamentale il contributo delle ricercatrici e dei ricercatori, che “devono riuscire a dare subito un’idea del risultato di cui si sta parlando”. Un esempio per tutti, la scoperta dell’esistenza delle onde gravitazionali: in quel caso, “senza l’aiuto degli scienziati non sarebbe stato possibile spiegare a tutti in poche righe che quella che si apriva era una nuova immagine dell’Universo”.