Una bella iniziativa rivolta ai giovani. Ad accompagnare i minorenni nell’apprendimento docenti, operatori di comunità e volontari appositamente formati.
Una bella iniziativa rivolta gli studenti migranti. Un simbolo di integrazione e di coraggio.
Una piattaforma e-learning intitolata “Studiare migrando“, rivolta a giovani migranti e rifugiati con l’obiettivo di accompagnarli nell’apprendimento dell’italiano e al contempo delle discipline scolastiche, mettendo a disposizione materiali multimediali interattivi, attraverso l’utilizzo anche semplicemente degli smartphone. Ad accompagnare i minorenni nell’apprendimento docenti, operatori di comunità e volontari appositamente formati.
Lo scorso novembre, “Studiare migrando” ha vinto il contest online l.anciato da FPA per individuare e promuovere le migliori App che raccontano e valorizzano il territorio delle regioni del Mezzogiorno.
Come funziona Studiare migrando
Si può accedere alla piattaforma attraverso la app “Studiare Migrando” disponibile per dispositivi Android e iOS e su computer Windows e Apple. Dopo la fine della fase sperimentale, l’app verrà aperta, consentendo a chiunque di auto-registrarsi.
Gli studenti potranno fruire della piattaforma, per la massima parte in autonomia, mentre per alcuni passaggi è previsto il supporto di personale anche non specializzato, come gli operatori di comunità, i tutori, o altri volontari. Gli studenti che non dispongono di queste figure di riferimento potranno comunque usufruire di un supporto personalizzato a distanza, con personale appositamente formato.
Grazie ai contenuti multimediali interattivi e ai moduli didattici messi a disposizione dalla piattaforma i giovani migranti e rifugiati potranno prepararsi per sostenere il colloquio pluridisciplinare nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione.
Le esercitazioni svolte permetteranno agli studenti di integrare le attività di studio, ma anche di ridurre il carico della frequenza obbligatoria, che in molti casi risulta difficile per motivi organizzativi.
Il corso si compone di sette moduli: due destinati al consolidamento delle competenze per la lingua della comunicazione, uno utile per prepararsi alla prova scritta e quattro mirati ad aiutare i ragazzi a sostenere il colloquio pluridisciplinare previsto dalla normativa vigente a conclusione degli esami.
800 gli studenti coinvolti nella prima fase
Secondo i dati più recenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, erano quasi 15.000 i minorenni stranieri non accompagnati (MSNA) presenti in Italia al 31 gennaio 2018, l’80% dei quali di età compresa tra 16 e 17 anni.
Oltre il 40% di essi sono ospitati presso strutture di accoglienza in Sicilia.
Nella prima fase, in via di conclusione, sono 800 gli studenti, molti provenienti dai centri di istruzione per adulti (Cpia) siciliani e da alcune comunità di prima e seconda accoglienza, che usufruiranno della piattaforma.
Il progetto nasce da una collaborazione tra la Scuola di Lingua italiana per Stranieri(ItaStra) dell’Ateneo di Palermo e l’Istituto per le Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) con il supporto del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF).
“il progetto – afferma Anna Riatti, coordinatrice Unicef per il programma su minori migranti e rifugiati in Italia – risponde a un bisogno di accompagnamento dei giovani migranti e rifugiati nell’apprendimento rilevato da Unicef attraverso la piattaforma digitale U-Report on the Move. Molti dei giovani ascoltati chiedevano maggiore sostegno per accelerare l’apprendimento e una piena realizzazione del diritto all’istruzione, fondamentale per la loro inclusione sociale e per il raggiungimento delle loro aspirazioni”.
“Noi ci siamo occupati di tutti i contenuti didattici e seguiremo insieme al Cnr tutta questa fase sperimentale – spiega Mari D’Agostino, direttrice di ItaStra –, auspicando che poi il progetto possa anche avere una valenza nazionale, assumendo una dimensione sociale più ampia. Il progetto parte sicuramente da un bisogno forte e primario che è quello di rivolgerci ai ragazzi esclusi o parzialmente esclusi dall’istruzione scolastica perché si trovano in strutture di accoglienza lontane dai centri abitati oppure hanno altre situazioni che non permettono loro di frequentare la scuola. Si tratta di minori stranieri non accompagnati, neomaggiorenni ma pensiamo di estendere il progetto anche ai giovani adulti che hanno un accesso alla formazione molto limitato. Per i giovani immigrati bisogna incentivare sempre di più la rete di protezione che non deve farli sentire soli. Lo studio è l’unica possibilità per accrescere e migliorare la loro integrazione sociale. Occorre aiutarli a costruire il loro futuro, allontanandoli nello stesso tempo, da tutte le altre strade che li vogliono invece ‘schiavi’ e sottomessi a varie forme di sfruttamento”.