Supplente di matematica di una scuola elementare premiata dal presidente della Repubblica Mattarella “per aver proseguito le video-lezioni nonostante il contratto scaduto”. L’insegnante di ruolo doveva rientrare, “ma mi è stato chiesto di andare avanti per assicurare continuità agli alunni” spiega la maestra.
Un modo di fare lezione che ha conquistato gli alunni, quello della maestra di matematica e scienze Cristina Avancini, 45enne di Vicenza, catapultata come tutti i colleghi nel corso della pandemia nell’era della didattica attraverso uno schermo. Così le sue classi, una terza e quarta elementare della Jacopo Cabianca di Vicenza, complici genitori altrettanto entusiasti, hanno preso una decisione: candidarla all’onorificenza bandita ogni anno dal Quirinale, quella a Cavaliere della Repubblica. “Non ne sapevo nulla” confessa la maestra a StartupItalia. “Ancora prima di ricevere il telegramma, sono stata contattata da una giornalista locale che mi ha dato la notizia”.
Ha continuato a insegnare anche senza contratto
“Nonostante il contratto scaduto non ha interrotto le video-lezioni con i suoi studenti” è scritto nella motivazione ufficiale del premio. Avancini si trovava infatti a sostituire una docente di ruolo dall’inizio dell’anno. Una volta scoppiata la pandemia l’insegnante è però rientrata. Ma la dirigente “mi ha chiesto di portare avanti il progetto iniziato, per dare continuità alla classe”. Così, prosegue la supplente, “ho continuato a svolgere le lezioni online per un mese circa senza la copertura del contratto, in modo volontario”. E anche dopo il rientro della maestra in carica, fa sapere, “ho continuato a contattare i bambini per sapere come stessero”.
Alle elementari la scuola “si basa sull’interazione con la maestra”
Il lockdown è stato un periodo “molto pesante per i più piccoli”. Specialmente nella scuola primaria “è stato un passaggio davvero sentito quello alla didattica online perché il rapporto in quella fase è basato sull’interazione con la maestra e con i bambini fra di loro”. Avancini ha però trovato un modo per arginare il problema e coinvolgere il più possibile gli alunni.
“Ero già esperta di Classroom”
“Ero già pratica di certe tecnologie, per esempio Classroom, che conoscevo ancora prima dello scoppio dell’emergenza” sottolinea. Quando è stato necessario farne uso, si è trovata avvantaggiata. Per vent’anni si era occupata di altro. Dopo un paio di anni nella scuola quando era ancora alle prime armi, aveva gestito un’erboristeria, per poi rientrare “per varie vicissitudini della vita” nel mondo dell’istruzione.
Una didattica alternativa per gli alunni
Per gli studenti ha messo in piedi un sistema volto a incentivarli: “Ogni giorno mettevo un video che avesse una storia collegata a una morale, per spronarli a seguire il programma”. Usando tecniche di didattica non tradizionali, anche “con app che consentissero di svolgere esercizi in modo interattivo, come per esempio Learning app, facilissima da usare perché non serve registrazione ed è scaricabile anche dal cellulare”. Ci sono “tabelline, note musicali, disegno tecnico: è come una lavagna virtuale”. E riscuote grande successo sui bambini, che altrimenti “si comporterebbero come con i compiti delle vacanze: non li farebbero mai”.
Sulla riapertura della scuola a settembre bisogna ancora decidere
Avancini è adesso in vacanza forzata, in attesa di capire cosa succederà a settembre. Il nodo da sciogliere è quello “delle classi numerose, fino a 27 bambini, che andranno divise”. E poi ci sono da gestire gli spazi comuni, “dove i bambini svolgono attività insieme, per esempio la ricreazione”. Le linee guida sono state pubblicate, ma valgono a livello nazionale. “Devono essere rivalutate dalla singola regione” spiega la supplente.
Le speranze ci sono perché “ci sarà più richiesta di insegnanti”
La speranza è quella di non rientrare nel vicolo cieco della docenza a chiamata, “a preavviso zero” assicura Avancini. Che nel frattempo si è iscritta al concorso per essere stabilizzata e mettere un punto al precariato. Le opportunità non dovrebbero mancare perché “ci sarà più richiesta di insegnanti” dovuta al rischio contagio e alla necessità di dividere gli studenti.