In occasione della festa della donna, Terre des Hommes dà vita a un tweet up a conclusione della campagna Indifesa per la protezione delle bambine e delle ragazze nel mondo
L’appuntamento è tra le 10 e le 12 di oggi, giovedì 8 marzo. In queste due ore di una giornata così simbolica, Twitter sarà animato da un tweet up promosso dall’associazione Terre des Hommes nell’ambito della campagna Indifesa. L’iniziativa, identificata dagli hashtag #indifesa e #orangerevolution, mira a sensibilizzare gli utenti su un particolare aspetto della lotta contro violenze e discriminazioni di genere di cui ancora oggi sono vittime bambine e donne di tutto il mondo, e cioè l’indifferenza nei confronti di questi fenomeni.
L’obiettivo- oltre alla raccolta di fondi attraverso il numero solidale 45549 è quello di superare i record dell’ultima edizione, in cui oltre alla consueta presenza degli hashtag tra i trend topic di Twitter, sono stati registrati una reach di 15 milioni di utenti, oltre 30 milioni di impression e più di 9.000 messaggi tra Twitter, Facebook e Instagram.
I numeri dell’epidemia
Secondo i dati del Comando Interforze per il Dossier 2017 Indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”, ogni giorno, in Italia, più di 2 bambini subiscono abusi e violenze sessuali, e il numero di reati commessi su bambini e minori non è mai stato così alto da un decennio a questa parte, toccando la cifra di 5.383 minori e registrando un incremento del +6% rispetto al 2016. E nel mondo, riporta l’OMS, una donna su 3 ha subìto violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti, e circa 120 milioni di ragazze con meno di vent’anni (una su dieci a livello globale) hanno subito “rapporti forzati o altri atti sessuali forzati”. Se a questo si aggiungono gli 11 milioni di “baby schiave” e i 200 milioni di donne e bambine vittime di mutilazioni genitali, il fenomeno– sempre per l’OMS- assume le dimensioni di un’epidemia.
Un impegno continuo a sostegno delle bambine
“La campagna Indifesa è nata nel 2012 con l’idea, sin dall’inizio, che potesse accompagnarci nel corso degli anni successivi perché i problemi che affronta- la violenza di genere, gli stereotipi e le discriminazioni, sia in Italia sia nei paesi più poveri del mondo- non si risolvono con azioni di breve periodo” spiega a StartupItalia! Paolo Ferrara- responsabile della comunicazione e raccolta fondi per Terre des Hommes- “Abbiamo quindi dovuto ragionare sulla sua sostenibilità identificando temi diversi, ma anche una cornice sufficientemente flessibile da adattarsi a messaggi e modalità di engagement differenti”. E in occasione dell’edizione 2018, in chiusura oggi, il tema da veicolare sarà espresso (anche) attraverso una cornice speciale.
Orange is the new pink
Una paletta arancione, per creare attenzione e scuotere dall’indifferenza; un cartello dove scrivere perché non siamo indifferenti; una cornice di Facebook per testimoniare che ognuno di noi è “in difesa” delle bambine: questi gli strumenti che Terre des Hommes ha scelto per massimizzare l’efficacia social della campagna. “Una volta scelto il messaggio, dovevamo trasformarlo in strumenti che permettessero a ciascuno di trasformarsi non solo in un brand ambassador, ma in un vero e proprio protagonista del cambiamento” continua Ferrara– “Abbiamo individuato circa 200 web ambassador sensibili, focalizzandoci sul target genitori e donne, abbiamo inviato loro un digital kit con dei tool per le attività social e li abbiamo invitati a reinterpretare in maniera creativa i colori e i temi della campagna e condividere la loro testimonianza contro l’indifferenza sui principali canali social”. La risposta è stata molto positiva: hanno aderito più di 50 influencer, postando messaggi e visual sui loro canali social per un totale di oltre 400 post/tweet. Numeri che non sono solo vanity metrics, ma soddisfano l’obiettivo principale della campagna: “La condivisione che porta al raggiungimento del maggior numero di persone per avvicinarle ai contenuti che abbiamo sviluppato e agli strumenti per continuare a rendere testimonianza non solo nei social, ma anche tra i propri amici, sul proprio territorio o a scuola” conclude Ferrara.