La piattaforma lanciata nel 2016 da Marco De Rossi (Oilproject) diventa gratis per tutti: permette di capovolgere la lezione, strutturare una didattica collaborativa e creare quiz e verifiche personalizzate
La classe collaborativa di WeSchool diventa da oggi gratuita per tutte le scuole. La piattaforma lanciata la scorsa estate da Marco De Rossi (già fondatore dell’e-learning Oilproject) permette di capovolgere lo schema della lezione frontale coinvolgendo gli studenti in gruppi di studio e verifiche-quiz istantanee. WeSchool permette di aggregare contenuti di vario genere, senza mai dover uscire dall’ambiente della piattaforma: dai corsi di inglese di Duolingo ai video su Youtube, passando per Google Docs o libri di testo digitali. WeSchool è stata creata per offrire uno strumento da usare in classe, ma anche a casa, in un mix che unisce la lezione collaborativa con l’e-learning. Finora le scuole potevano usare la piattaforma pagando: da oggi, invece, si può adottare liberamente. «Il fatto di aver portato WeSchool in forma gratuita ci aiuterà a sfidare i nostri competitor, Edmodo e Google Classroom. Ci siamo sentiti dire tante volte: “Preferisco WeSchool ma la scuola ha poche risorse e siamo costretti a usare altre risorse perché sono gratis”. Così l’abbiamo resa gratuita anche noi» ha detto Marco De Rossi.
Che risposta avete avuto da quanto l’avete lanciata?
«Ottima. Da settembre, quando è partita la piattaforma, circa 20 mila persone tra studenti e insegnanti hanno avuto modo di provare WeSchool, sia a pagamento, sia nella forma gratuita “di prova” da tre mesi. Il numero medio di pagine viste su una singola sessione di WeSchool è 16 pagine, significa che le persone lo apprezzano, soprattutto in classe. Molti ancora usando la propria connessione e il proprio device perché le scuole non hanno connessioni soddisfacenti, ma la cosa positiva è che WeSchool è entrato nelle classi. Ora che l’abbiamo reso gratuito, ci aspettiamo che i numeri degli utenti salgano in fretta».
Gli insegnanti cosa apprezzano di più della piattaforma?
«L’idea di avere tutto un mosaico di contenuti nello stesso posto, di non essere più obbligati a scegliere un servizio, ma di poter usare tutto insieme. Questa è sicuramente la cosa che ha funzionato di più e che poi ci distingue».
Se la piattaforma è stata così apprezzata, perché renderla gratuita?
«Abbiamo fatto una scelta precisa, quella di accelerare l’adozione della piattaforma, convinti che il valore della nostra azienda crescerà una volta che avremo raggiunto molti utenti. Vogliamo avere un impatto massivo sui processi di cambiamento nelle scuole, e in questi mesi la nuova figura dell’animatore digitale ci ha spinto in questa direzione: abbiamo visto un fermento inedito, c’è un interesse crescente verso nuove forme di didattica digitale».
Come cambierà il modello di business della vostra azienda?
«Continueremo a vendere WeSchool alle aziende, e poi abbiamo sempre Oilproject. In un futuro si può pensare di associare la didattica collaborativa della prima con la library offerta dalla seconda».
A quali aziende lo avete venduto?
«Barilla, Eni corporate University, Nato, Tim, Unicredit. Con quest’ultima abbiamo avviato anche un programma di alternanza scuola-lavoro, il progetto Cashless Generation: 13 mila ragazzi hanno fatto un’esperienza di alternanza utilizzando WeSchool».