Prodotto insieme a Viola Bachini, il progetto nasce per far conoscere il lavoro di ricercatori e ricercatrici. «Quel che facciamo qui è possibile grazie ai soldi pubblici. La scienza, in un modo o nell’altro, deve incontrare la società»
L’innovazione non arriva all’improvviso. Anche se una volta che ci abituiamo ad essa, ce la ricordiamo come un lampo che ha cambiato le nostre vite da un giorno all’altro. È piuttosto una questione di piccoli passi, intervallati da una lunga sequenza di insuccessi e fallimenti. Il 30 aprile 1986 non è una data che in molti si ricordano, ma al Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa c’è stato il primo collegamento dell’Italia all’antenato di Internet, Arpanet. Ci potremmo figurare quel momento così: una stanza piena di scienziati e ricercatori, pronti a vivere l’emozione del primo contatto.
«Il giorno del primo ping in quella stanza c’era soltanto un tecnico. Il capo della ricerca, Luciano Lenzini, era al piano di sopra, già al lavoro su altri progetti. Quello era un test: nessuno si sarebbe immaginato il futuro di internet. E infatti non ci sono nemmeno documentazioni fotografiche». Chiara Spinelli è responsabile della segreteria per la comunicazione dell’IIT-CNR. StartupItalia l’ha intervistata perché dal 2023 ha dato il via a una serie podcast che vuole raccontare la scienza con la voce e la competenza di ricercatori e ricercatrici del CNR. Si chiama Bit by Bit, e prende il nome proprio dall’unità di misura fondamentale dell’informatica. «La ricerca è fatta da tante piccole cose».
Senz’altro il migliore tra i divulgatori scientifici rimane Piero Angela, scomparso nel 2022. Comunicatore affabile e inarrivabile, ha ispirato generazioni, divenendo il punto di riferimento di quei content creator che oggi pubblicano video, podcast, articoli per spiegare la scienza in modo semplice. In questo settore, così ricco e affollato, che ruolo punta a giocare il podcast Bit by Bit dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR? «Mi piace partire da una premessa: la ricerca che facciamo qui è possibile grazie ai soldi pubblici – ci spiega Spinelli – e già questo basta come motivo per essere raccontata a più persone possibili».
L’espressione comune secondo cui la scienza deve uscire dai laboratori significa che cittadini e cittadine dovrebbero sempre avere l’occasione di approfondire quel che istituzioni pubbliche d’eccellenza come il CNR svolgono di giorno in giorno. «A Pisa c’è la storia dell’informatica. Qui venne inaugurata la prima cattedra di informatica negli anni ’60, così come il primo calcolatore elettronico (la C.E.P, calcolatrice elettronica pisana, ndr)». Con il podcast Bit by Bit, di cui sono finora disponibili due puntate sulle principali piattaforme, l’obiettivo è sondare le frontiere della tecnologia, per ascoltare dai massimi esperti lo stato dell’arte della ricerca. Proiettandosi molto in avanti nel futuro.
«Cyberseucirty, progetti sul 6G, bioinformatica. Qui si fa ricerca di frontiera. Studi sulle reti, sul quantum internet, sulla blockchain». Quasi 200 esperti che lavorano per anni con poche certezze sui propri risultati, come insegna il metodo scientifico. «I miei nerd – così li chiama affettuosamente Spinelli, che da un percorso umanistico ha scelto di entrare in un istituto scientifico come il CNR – sono a proprio agio quando devono scrivere un paper. Con il podcast li facciamo uscire dalla comfort zone. Ma si vede: molti di loro sanno comunicare molto bene. La scienza, in un modo o nell’altro, deve incontrare la società».
“La ricerca che facciamo qui è possibile grazie ai soldi pubblici: già questo basta come motivo per essere raccontata a più persone possibili”
Sarebbe una delle missioni più importanti della scienza: semplificare, non banalizzare, concetti complessi. E come mai scegliere il podcast, al netto del successo che questo medium sta ottenendo anno dopo anno? «Per il nostro settore non sarebbe stato facile girare video. Non abbiamo robot o cose simili da mostrare. Ma simulazioni e algoritmi». Prodotto insieme a Viola Bachini, comunicatrice scientifica, Bit by Bit ha finora fissato un palinsesto di sei puntata complessive.
«Il titolo del podcast riflette un aspetto molto importante: nel raccontare la scienza si tende a presentare le grandi scoperte. Io, lavorando qui, ho imparato che la ricerca è fatta di altro. I ricercatori avevano lavorato oltre cinque anni prima di arrivare a quel famoso ping del 30 aprile 1986 che ci ha connessi ad Arpanet. Si sono confrontati e scontrati con ricerca e burocrazia». Bit by Bit è anche un felice esempio di comunicazione istituzionale che si cimenta con il linguaggio immediato dei podcast. In un periodo dove fake news e polarizzazioni piegano e confondono il dibattito pubblico.
“La scienza, in un modo o nell’altro, deve incontrare la società”
«Noto due approcci alla scienza: quello scettico per forza da una parte, e quello messianico dall’altra. Entrambi credo siano soltanto chiacchiericcio». Nella sua posizione di istituzione storica del nostro paese l’obiettivo del CNR guarda ad altri orizzonti. «I nostri ricercatori fanno innovazione orientata talmente sul lungo termine che esser in grado di raccontarla non è così semplice. D’altra parte, noi non dobbiamo vendere qualcosa: comunichiamo concetti nella speranza di far progredire la società».