Il mercato del lavoro è in continua trasformazione. Non è facile stare al passo coi tempi. Ecco perciò alcuni consigli di Fabiana Andreani, una delle massime esperte italiane in orientamento e carriera, seguitissima anche sui social
Quando, nei primi mesi del 2020, ho iniziato a fare video su TikTok su CV e colloqui non immaginavo che le mie creazioni stessero calcando la strada di un radicale cambiamento nel settore della formazione fatto di format brevi, fruizione online, library di risorse tailor made e soprattutto accesso gratuito. In questo parlo da esperta, avendo lavorato per più di dieci anni nelle maggiori business school italiane: pochi prima della pandemia credevano che l’apprendimento online potesse sostituire l’aula. Poi in un solo weekend, quello famoso del caso di Codogno nel quale ci fu la chiusura delle scuole in Lombardia, nella struttura dove lavoravo fummo costretti a trasferire in forma virtuale interi master progettati in presenza: un’opera di digital transformation mai vista con una velocità simile.
I dubbi di quei giorni? “Nessuno starà attento. Non possiamo fare lezioni di ore. Non sarà possibile fare esercitazioni coinvolgenti”. Invece, con grande plauso e sforzo di tutte le persone con le quali lavoravo, la formazione è diventata prima totalmente online e poi ibrida. Grazie alla tecnologia, persone in aula e a casa potevano apprendere e lavorare assieme, aprendo al mondo della formazione prospettive finora mai viste. Quando Gianpaolo Colletti mi intervistò nell’aprile 2021 per Il Sole 24 Ore in merito alla mia esperienza di TikToker per l’orientamento, usò il termine “Formazione fluida” per riassumere quest’evoluzione ed è proprio così: viviamo in un’epoca nella quale formarsi e imparare qualcosa di nuovo è veloce, immediato, possibile in ogni luogo raggiunto dalla rete e anche direi necessario, visti i veloci cambiamenti della tecnologia.
Le competenze hanno una scadenza
Infatti, secondo dati OCSE e World Economic Forum, le competenze tecniche diventano obsolete anche dopo circa 12-18 mesi, a fronte dei 5 anni di durata media durante gli anni ’80. Entro il 2030 più di un milione di persone dovrà riqualificarsi causa progresso tecnologico e le necessità di aggiornamento saranno costanti. C’è bisogno quindi di una formazione che tenga il passo con queste necessità. Nel 2020 fece molto clamore l’annuncio dei Google Certificates, corsi online lanciati da Google per imparare da zero una professione tecnica in soli sei mesi e per i quali “non sono richiesti titoli di studio o esperienza pregressa nel settore” e visti da molti come un attacco alla formazione universitaria.
Da allora l’Università non è stata toccata ma sono cresciute in maniera costante le iscrizioni alle 11 università telematiche riconosciute in Italia superando le oltre 300mila iscrizioni nel 2020-21 (dati MIUR) così come le iniziative per specializzarsi on-line sia in diretta sia on-demand. Nel 2023, anno europeo delle competenze, l’aggiornamento e la riqualificazione delle competenze diventano parole d’ordine per il futuro. Dal rapporto di Randstad su Upskilling e Reskilling infatti in Italia risulta che l’80% dei lavoratori ritenga molto importante che il datore di lavoro offra la possibilità di riqualificazione o miglioramento delle competenze e il 72% dei dipendenti afferma che molto probabilmente resterà con il proprio datore di lavoro se verranno offerte simili opportunità.
C’è un mondo di formazione
Una ricerca del Boston Consulting Group ha evidenziato come l’emergere di nuove tecnologie e nuovi modi di lavorare abbia influenzato il modo in cui le persone preferiscono apprendere. I dati hanno dimostrato che le scelte più comuni sono lo studio da autodidatti (63%), la formazione on the job (61%) e l’apprendimento online e mobile (54%). Scelte che superano di gran lunga la formazione più formale costituita da lezioni, seminari o workshop. Si entra dunque in un’era della formazione dove è possibile ampliare le proprie conoscenze, almeno per quanto riguarda le basi di un nuovo argomento, con risorse che permettono di conciliare esigenze personali, lavorative e anche di budget, visto che la maggior parte delle risorse è gratuita o ha un costo contenuto.
Tra le migliori risorse ora disponibili on-line:
- I portali Coursera, EdX, Udemy che raccolgono centinaia di corsi online in più lingue anche certificati da università prestigiose.
- Google Digital Training, Hubspot Academy e SAS Data Literacy per muovere i primi passi nel digital marketing e analytics.
- MOOC (acronimo per Massive Open Online Courses) da parte di Atenei Universitari, repository di corsi e lezioni sulle discipline trattate dagli Atenei. In Italia, possiamo trovare quelli del Politecnico di Milano, della Federico II, di Ca’ Foscari e Sapienza.
- Portali di formazione nati come iniziative di CSR delle aziende e in questo troviamo ottimi esempi con Go Generali, Fastweb Digital Academy e SMAU Academy focalizzati su digital business e innovazione.
- Tra i social, TikTok stesso ha aperto anche in Italia le porte a Series, la possibilità per i creator di monetizzare creando video di formazione. Stessa cosa anche per Instagram, anche se non ancora presente in Italia. Menzione di onore anche a YouTube, fucina di formazione e tutorial ormai per almeno due generazioni.
Questione d’abitudine
In ultimo come restare aggiornati evitando che le nostre competenze non siano più quelle desiderate durante il corso della nostra carriera? Il già citato studio BCG raccomanda di:
- Avere o chiedere un piano di formazione: qualunque sia il lavoro o il ruolo, assicurarsi che l’azienda preveda aggiornamento periodo o la possibilità di auto formarsi, ad esempio attraverso piattaforme di e-learning proprietarie o abbonamenti esterni. Se si è lavoratori autonomi, dedicare parte del proprio tempo e proventi alla formazione.
- Abituarsi ad aggiornarsi costantemente: atteggiamento che non manca al freelance, costretto a formarsi per rimanere competitivo, ma del quale non brilla il lavoratore dipendente. Il moto di curiosità dovrà essere non solo verso il nostro ruolo ma anche verso funzioni diverse o altre aree di attività delle strutture dove lavoriamo.
- Avere una mentalità volta al lifelong learning: non pensare che sia tardi per formarsi ma abituarsi a sviluppare competenze (come quelle trasversali) trasferibili da un lavoro all’altro e avere la consapevolezza di queste per pianificare un cambiamento di carriera, industry o Paese.