Sembrava fantascienza, e invece c’è qualcuno che potrebbe farvi volare su un congegno telecomandato. Magari per portare a cena la fidanzata
All’inizio era il car-sharing. Affittare una vettura solo per il tempo strettamente necessario, pagarla a consumo e lasciarla dove si voleva sembrava un sogno. Ma anche avere un navigatore sul telefonino lo era. Cominciò Car2go, seguì Enjoy. Poi fu la volta di Drive now e Share &go, servizio di noleggio elettrico (che potrebbe presto lasciare l’Italia perché non rientra negli ecoincentivi decisi dal governo). E Milano è sempre davanti a tutti.
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Il principio base è la condivisione
Da allora le forme di mobilità urbane si sono evolute. Dopo auto, scooter e biciclette, l’ultimo arrivato è il monopattino, proposto dall’americana (con cuore italiano) Helbiz. “Si tratta di un dispositivo particolarmente efficace per muoversi nei centri urbani nel cosidetto ultimo miglio, quello che solitamente si è costretti a fare a piedi – spiega Luca Mazzetta, country manager per il nostro paese. La sperimentazione di ottobre con 20 veicoli ha dato buoni risultati, quindi abbiamo pensato di proseguire e adesso ne abbiamo in strada 50″. Servizio attivo fino alle 21, i monopattini possono essere lasciati ovunque (free floating): un team di tecnici li recupera a fine giornata e li rimette in carica.
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In Italia la legge è più lenta dei monopattini
Tutto bene? Neanche per scherzo. Manca ancora il decreto attuativo che permetterà l’entrata in vigore dell’emendamento alla legge finanziaria presentato il 4 dicembre dal deputato Luciano Nobili. Perché in Italia i monopattini per la legge non esistono.
Cari @zdizoro e @makkox, cari amici di #propagandalive grazie per l’attenzione e i consigli.
Ho fatto passi avanti sulla forma.
Sulla sostanza invece vi assicuro che quello su #mobilitaelettrica è un risultato importante, costruito con @Legambiente e tante realtà ambientaliste. pic.twitter.com/KbMpY3ViYM— Luciano Nobili (@lucianonobili) 7 dicembre 2018
Una normativa consentirebbe a diversi player interessati di scendere in campo. Oltre a Helbiz – la prima ad andare in strada, scatenando qualche malumore tra i concorrenti – sono diversi gli attori fermi ai box in attesa di regole, tra cui colossi del settore come la statunitense Lime e una decina di altre società.
“Amore, stasera prendiamo l’elicottero?”
Ma l’azienda del siciliano Salvatore Palella punta a rivoluzionare il concetto di trasporto. “Immaginiamo di creare una piattaforma di mobilità basata su blockchain che comprende anche auto e droni per il trasporto di persone – prosegue Mazzetta – “E’ il concetto di possesso che sta cambiando: quanto tempo rimane ferma una vettura? Con il il nostro sistema sarà possibile condividere l’auto personale grazie a un device installato nell’abitacolo. Funziona esattamente come i car sharing tradizionali, ma le vetture non sono più nostre: sono degli utenti”.
Il capitolo droni è, naturalmente, il più affascinante. Si tratta di velivoli biposto comandati da un pilota remoto che consentirebbero di effettuare brevi tragitti. “Stiamo parlando con il governo di Antigua per avviare una sperimentazione che comprenda il trasporto di persone. In Italia, ad esempio, immaginiamo di coprire la tratta tra Napoli e le isole di Ischia e Capri”. Ma potrebbe servire anche per raggiungere il lago dal capoluogo lombardo, magari quello di Como, o il lago Maggiore.
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Pista, arriva il “car sharing condominiale”
Dai paesaggi da favola alle commissioni quotidiane, è la creatività a far da padrona, e lo scenario è sempre Milano. Share&Go aveva annunciato nei mesi scorsi l’intenzione di inaugurare un servizio di car-sharing “condominiale”: una vettura usata solo da chi vive nella proprietà, che finisce nelle spese di condominio, in questo caso lo smart district di Cascina Merlata. Il business è nuovo ma sembra promettente, tanto che c’è già un altro player pronto a entrare sul mercato: la startup meneghina Gaiago, con sede nel Fintech District, sta scaldando i motori per entrare sul mercato nei prossimi mesi.