Tra feroci critiche e difese della crema al gianduia più amata al mondo, i gruppi di ambientalisti e animalisti spiazzano tutti e si dichiarano contrari al sabotaggio perché “inutile per l’ambiente”
L’attacco del ministro francese all’ecologia Ségolène Royal alla Nutella è cosa nota. Le relative polemiche, anche. Le sue dichiarazioni riguardo all’olio di palma presente nella crema di casa Ferrero hanno sollevato un vero e proprio polverone attorno alla salubrità di questo prodotto e alle conseguenze che la sua produzione ha sull’ambiente. “Le palme da olio hanno sostituito gli alberi, causando notevoli danni all’ambiente” ha detto Royal.
Attacco all’olio di palma
In effetti, molte foreste dal Guatemala all’Indonesia sono state cancellate per far posto a piantagioni di olio di palma. Ma quello ambientale non è l’unico problema esistente con l’industria di produzione di questo olio. I suoi critici dicono che impiega bambini lavoratori , e ha una miriade di altri problemi connessi al lavoro, compreso lo sfruttamento dei salari, condizioni insicure dei lavoratori e violazioni dei diritti umani. Ma la domanda per questo prodotto non è affatto diminuita, anzi. Negli ultimi quarant’anni si è passati dai 25 milioni di tonnellate prodotte nel 1970 ai 150 milioni di tonnellate del 2010. La tendenza è dovuta sia alla crescita della popolazione mondiale e del consumo di questo olio vegetale negli alimenti e in altri prodotti, sia a una maggiore diffusione dei biocarburanti. Si parla di un volume d’affari annuale di circa 50 miliardi di dollari, anche perché il discusso olio si trova nella metà dei prodotti confezionati sugli scaffali dei negozi di alimentari degli Stati Uniti, spesso indicato come olio vegetale nelle liste degli ingredienti. E con la nuova messa al bando degli Stati Uniti dei grass trans, è probabile che la domanda aumenti ancora di più, visto che può essere usato come sostituto dei grassi vietati, stando a quanto si legge in questa relazione di Bloomberg.
In difesa delle produzioni sostenibili
Ottenere olio di palma da produzioni sostenibili è possibile, stando a quanto dicono le aziende e gruppi che si schierano a difesa del prodotto, e all’inizio di questo mese l’industria petrolifera europea Palm ha annunciato un piano per fornire il 100% di olio di palma sostenibile certificato entro il 2020. Anche singole imprese hanno sottoscritto impegni simili, con Kellogg ad esempio, dicendo nel febbraio 2014, che avrebbe comprato solo olio di palma da fornitori che operano con responsabilità ambientale. A discapito dei consumatori che pagheranno prezzi più elevati per questo tipo di prodotto, riferisce l’Independent.
E anche Nutella sembra aver fatto seri progressi nel ripulire la sua catena di approvvigionamento di olio di palma. Casa Ferrero ha detto qualche mese fa di aver raggiunto il suo obiettivo di usare solo olio di palma certificato dal Roundtable on Sustainable Palm Oil. La Tavola Rotonda sull’Olio di Palma Sostenibile è un’organizzazione multi-stakeholder, che comprende membri del settore, gruppi ambientalisti, banche e le altre parti interessate.
Greenpeace e WWF difendono Ferrero
Ed è qui che entra in gioco Greenpeace, il gruppo di pressione ambientale, che ha dichiarato a Quartz di essere fermamente contrario al boicottaggio dei prodotti contenenti olio di palma, perché “un boicottaggio di questa coltura agricola non risolverà i problemi della sua produzione”. Ferrero, sottolinea Greenpeace, è un sostenitore del Palm Oil Innovation Group, di cui fa parte la stessa Greenpeace insieme ad altre organizzazioni non governative e alcuni produttori di olio di palma, che ha “una politica ambiziosa” per migliorare la sua offerta di olio di palma.
Riteniamo Ferrero una delle aziende più progressiste e attente al cosumatore per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’olio di palma
Anche Verité, organizzazione internazionale per il lavoro equo , che in passato ha riferito sugli abusi nel settore dell’olio di palma, dice che non c’è alcun bisogno di boicottare Nutella. “I consumatori devono essere consapevoli di quanto sia diffuso l’olio di palma e quanto possa essere distruttivo”, dice Dan Viederman, CEO do Verité. “Ma Ferrero sembra essere una delle poche aziende che hanno aderito agli standard più elevati.”
Nel novero dei difensori di Ferrero spunta anche il WWF che si dichiara contrario al boicottaggio dell’olio di palma e invita ad acquistare prodotti di aziende che usano olio di palma sostenibile proveniente da piantagioni certificate proprio come la casa produttrice della Nutella. Boicottare l’olio di palma secondo il WWF sarebbe controproducente perché da un lato eliminerebbe gli incentivi a produrre olio di palma sostenibile e dall’altro spingerebbe le aziende ad usare altri olii che hanno bisogno di più terra coltivabile.