Dare una seconda vita all’abito da sposa: “Second Life” è il nuovo progetto circolare e sostenibile targato Pronovias Group per riciclare il vestito più importante
Durante il periodo della pandemia l’interesse nei confronti della sostenibilità è notevolmente aumentato in diversi settori, tra cui la moda: secondo uno studio targato McKinsey (Consumer sentiment on sustainabilty in fashion), il 65% delle persone ha intenzione di acquistare capi d’abbigliamento più duraturi per ridurre il proprio impatto ambientale. Non solo: il mercato globale della moda etica dovrebbe crescere ad un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 9,7%, superando i 15 miliardi di dollari entro il 2030 (dati Ethical Fashion Market 2022, The Business Research Company, december 2021).
Moda sostenibile, insomma. C’è però un abito che finora è stato praticamente impossibile riciclare: il vestito da sposa, proprio quello che si indossa un giorno solo e poi si ripone nell’armadio come pezzo da museo. Un’idea impensabile, quella di riutilizzarlo? No, i tempi cambiano e anche l’abito bianco oggi si guadagna una seconda chance.
Second Life: come riciclare l’abito da sposa
E’ la proposta dell’azienda spagnola Pronovias, che lancia anche in Italia il progetto pilota “Second Life”, grazie al quale l’abito da sposa viene trasformato dopo il matrimonio e può essere indossato in altre occasioni, non solo nel giorno del grande “sì”.
Le donne che scelgono un modello Second Life presso i flagship store di Pronovias e Nicole Milano in Italia possono riportare il capo in atelier dopo la cerimonia e chiederne la trasformazione gratuitamente. E così, grazie ad ago, filo e forbici e ad una sapiente abilità sartoriale, lo strascico sparisce e la gonna si accorcia, le maniche e il corpetto diventano meno spumeggianti, inserti di stoffa di un colore diverso fanno capolino qua e là, mentre una cintura dà un tocco fashion. Da un modello “unico” si passa così ad un altro, sempre elegante, ma sicuramente più indossabile.
Sono 70 gli abiti “riciclabili”, ognuno con una specifica proposta di trasformazione ideata da Alessandra Rinaudo, Chief Creative Director di Pronovias, oppure da Nicole Cavallo, Creative Director di Nicole Milano.
“Vedere un abito da sposa, realizzato con passione, che entra a far parte del guardaroba quotidiano di una donna mi rende molto felice ed è la concretizzazione del nostro impegno a sostegno di una moda sempre più sostenibile e consapevole”, spiega Rinaudo.
“La moda sposa non è propriamente nota per la circolarità del suo prodotto. Per questo speriamo che questo progetto possa spronare tutto il settore verso migliori standard di sostenibilità. Questa trasformazione del mercato è vitale per il futuro della nostra industria e per l’eredità che vogliamo lasciare”, commenta Amandine Ohayon, CEO di Pronovias Group.
Le altre iniziative per una moda sostenibile
Oltre a Second Life, il gruppo ha avviato anche altre iniziative in un’ottica green e sostenibile. Per esempio, gli abiti #WeDoEco: realizzati con tessuti e materiali ecologici al 100%, in alcuni casi prodotti localmente, in modo da ridurre le emissioni di carbonio. Poi c’è l’iniziativa #MyDressxHerFuture, attraverso la quale Pronovias Group sostiene “Brides do Good” in Europa e “Brides for a Cause” negli Stati Uniti, organizzazioni non-profit che sostengono donne in situazioni di difficoltà attraverso programmi di sostegno sociale. Le spose possono donare il loro abito, che sarà rivenduto dalle associazioni a supporto dei loro progetti di sostegno. L’anno scorso, per esempio, i fondi così sono stati investiti nel programma Safe Schools for Refugees in Etiopia, che coinvolge più di 6.800 bambini.
Pronovias Group ha anche stretto una partnership con Recovo, piattaforma che promuove il riciclo del tessuto in eccedenza per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti tessili, convertendoli in materie prime per altre aziende: durante il 2021 si stima un risparmio di 2.070 kg di Co2.
Infine, l’azienda nata a Barcellona partecipa al Programma Global Compact delle Nazioni Unite, insieme a gruppi del lusso come LVMH e Kering: un movimento per creare un mondo migliore, tenendo il proprio business responsabile in termini di diritti umani, lavoro, impatto sociale, ambiente e pratiche anticorruzione.