L’idea di tre venticinquenni romani suscita interesse. I fondatori: “Chi non fa software fatica a trovare finanziamenti”
Un robot-spazzino che pulisce le strade, si ricarica da solo con la luce solare, e torna nel suo alloggio a scomparsa. L’idea è di tre ragazzi romani di venticinque anni, Pierpaolo Ceccaranelli, Andrea Saliola e Flavio Ceccarelli. Idealisti come i giovani sanno esserlo, ma abbastanza pragmatici da ingegnerizzare l’idea e farci una startup.
“Pixies nasce dalla lettura di un paper che spiegava come ogni rifiuto gettato in strada, dal mozzicone di sigaretta alla cartaccia, costa alla collettività 70 centesimi di euro” spiega Ceccaranelli a StartupItalia.
PIXIES, IL ROBOT SPAZZINO A ENERGIA SOLARE. ECCO COME FUNZIONA (VIDEO)
“Secondo questo studio, in Italia, Svizzera e Francia si spendono 20 euro all’anno per abitante per il littering, termine inglese che definisce il problema dei rifiuti abbandonati per strada. In America sono addirittura 40 dollari. Come? Nel computo finiscono i costi per la raccolta, quelli per lo smaltimento e anche un costo-opportunità per il mancato riciclo” prosegue il giovane imprenditore. Che snocciola una serie di altri dati. Per esempio, a Milano per spazzamento e lavaggio strade si spendono quasi 29 milioni di euro l’anno, a Roma (dieci volte più grande, va rilevato) ben 95, mentre a Torino 12 e a Firenze 8. Chiaramente le grandi arterie restano appannaggio dei tradizionali camion. Ma in contesti più piccoli e difficili da raggiungere, il gioco cambia.
Una panchina intelligente per il robot spazzino
La tecnologia sfrutta una panchina intelligente e un robot che viene posizionato all’interno. L’unità mette il muso fuori diverse volte al giorno, ed è capace di evitare ostacoli statici e dinamici: presto, rivelano i giovani imprenditori, grazie a una rete neurale sarà in grado di riconoscere la plastica in modo da poterla separare dal resto. L’alimentazione? A pannelli solari, posizionati sul robot e sulla panchina. Un altro modo per tagliare i costi. Le proiezioni di Pixies parlando di un costo di 2,2 euro ogni mille metri quadri, a fronte, afferma l’impresa, di un costo stimato di 18 euro se a effettuare la pulizia è un operatore umano.
“Abbiamo un’idea di smart city che va oltre i big data e la digitalizzazione – spiega Ceccaranelli a StartupItalia – Per questo abbiamo scelto di concentrarci sull’hardware, anche se abbiamo notato che trovare finanziamenti producendo app è più facile”. Fenomeno registrato, peraltro, da molti innovatori. I venture capitalist preferiscono scommettere sul software: si piazzano micro-fiche su un ampio ventaglio di aziende interessanti, e si spera che almeno una sfondi, ripagando (con gli interessi) di tutte le spese.
La logica del “tutto subito” e del disruptive penalizza, però, chi prova a fare industria e innovazione incrementale in settori industriali tradizionali ma non per questo meno importanti. “Trovare soldi è più difficile per chi, come noi, non fa codice. Il problema principale è che, oltre all’idea e a un’ottima fase di sviluppo, bisogna arrivare di fronte agli investitori con degli accordi pre-sales che dicano che i clienti ci sono già”confessa il founder. Che, dal canto suo, si è portato avanti: è in trattative con una utility lombarda dell’energia, interessata a sperimentare soluzioni moderne e non solo a base di bit. Pixies potrebbe fare una prima installazione, poi chissà.
Per il momento si tratta solo di un prototipo , che però può essere utile per mantenere puliti spazi difficili da raggiungere con i mezzi canonici. Un esempio, come mostra il video promozionale, sono le piazze, gli scorci. Ma può essere un’idea valida anche per ambienti più ampi, come i saloni aziendali.
I tre romani sono alla ricerca di un partner che consenta loro di crescere. “Questo è solo il primo passo, un po’ come se sul desktop della smart city avessimo installato la prima applicazione. Le cose da fare sono tante. La prossima potrebbe riguardare, che so, il primo soccorso”. Intanto loro hanno bruciato le tappe. Fondata l’azienda a settembre, già a gennaio sono stati selezionati tra le migliori venti in Europa al Green valley Award, premio dedicato all’economia circolare. Nei giorni scorsi è uscito il secondo prototipo.