Nella sfida epocale della transizione ecologica le terre rare giocano un ruolo fondamentale. Ma dal momento che la filiera penalizza certi Paesi – come il nostro – è importante valutare le alternative ed evitare una continua dipendenza da supply chain imprevedibili. Dall’ecosistema innovazione le soluzioni per lo storage propongono l’utilizzo di materiali differenti, si direbbe di uso comune. Prendiamo le batterie al sale: non sono sensibili agli sbalzi di temperatura e non rientrano nella categoria rifiuti speciali (si smaltiscono come RAEE). Ge Farm, startup incubata dal 2022 presso Le Village by CA Triveneto a Padova, punta su una tecnologia peraltro riciclabile e senza rischio incendi.
Perché il sale nelle batterie?
«Non volevamo aver a che fare con il litio – premette a StartupItalia il Ceo Alessandro Marcuzzi -. Ma individuare tecnologie realmente verdi. Il litio non è riciclabile, è infiammabile, di breve durata». Il modello di business di Ge Farm è focalizzato sullo sviluppo di nuovi sistemi di accumulo di energia basati sulla tecnologia innovativa delle batterie al cloruro di sodio e nichel prodotte dalla società svizzera FZSoNick, partner della startup.
Partendo dunque dalle tecnologie acquisite da società estere e italiane, Ge Farm ha sviluppato una gamma di prodotti, puntando su un ciclo di vita più duraturo delle batterie, investendo sull’uso di materiali organici rinnovabili, sicuri e più facilmente reperibili. Partendo dalle batterie, la startup veneta ha messo a terra un ecosistema dedicato all’accumulo con interver e cabinet di proprietà, assemblati negli spazi produttivi in Sardegna, dove ha sede anche il centro ricerca e sviluppo.
Cosa fa Ge Farm?
«Abbiamo lanciato Ge Farm con l’obiettivo di produrre sistemi di accumulo innovativi da impiegare in ambito residenziale e industriale», ha aggiunto Marcuzzi. Il contributo che deriva dalle batterie al sale non è una scoperta recente, come ci ha spiegato il Ceo. «Il ramo delle batterie al sale ha una forte produzione in Svizzera. Ci sono vari modelli, in ambito commerciale e industriale. Convengono perché, a differenza del litio, sono totalmente riciclabili e ignifughe. Non siamo soggetti a nessun vincolo antincendio e si può dunque installare ovunque».
I prodotti che Ge Farm propone sono quattro. “UNO” è il sistema di accumulo destinato al residenziale e all’ufficio di medie dimensioni, “DUO” è invece destinato al commerciale ed industriale. Ci sono poi gli EMC, la building automation per l’efficientamento degli edifici, e CARICAR, la ricarica per autoveicoli. Sul territorio l’azienda conta su più di 20 agenzie che si occuperanno della diffusione e vendita dei prodotti.
Ad oggi il fatturato annuo è di circa 400 mila euro. Di recente la startup è stata protagonista di un’operazione che ha riorganizzato l’assetto aziendale. «Giovanni Rocelli – ha concluso Marcuzzi – attraverso la sua Holding Gio2 SRL ha acquisito la maggioranza di Ge Farm per portare a compimento le fasi finali di sviluppo»